Pietre, prigioni e petali di rose

tre reading e un evento speciale
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Nell’ambito degli incontri sui diritti umani, organizzati tra settembre 2011 e maggio 2012, la Fondazione, in collaborazione con Zelda-compagnia teatrale professionale, propone un ciclo di tre reading e un evento speciale, intitolato Pietre, prigioni e petali di rose, per riflettere, anche attraverso la letteratura, intorno a tematiche di grande importanza per una crescita sociale e civile. Possono le parole proteggere dalla morte? Se lo domandava Eric Fried nella poesia Ma forse. Probabilmente le parole da sole non bastano a salvare una vita, ma sicuramente possono contribuire a creare una nuova consapevolezza e a rafforzare in ciascuno di noi la convinzione che «Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza» (art.1 Dichiarazione Universale dei Diritti Umani).

 

Il ciclo si aprirà giovedì 24 novembre con le storie raccolte in Malamore. Esercizi di resistenza al dolore di Concita De Gregorio, presentato in occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Un’indagine appassionata e dolorosa sul rapporto uomo-donna attraverso storie vere di donne che cercano di resistere ad abusi quotidiani.

 

Giovedì 15 dicembre, nel 150° anniversario dell’Unità d’Italia, sarà proposto invece un testo fondamentale della letteratura risorgimentale, Le mie prigioni di Silvio Pellico, che a distanza di quasi due secoli dalla pubblicazione mantiene inalterata la sua potenza espressiva.

 

Il ciclo proseguirà giovedì 9 febbraio 2012 con La foiba grande, lo straordinario romanzo di Carlo Sgorlon sull’eccidio delle Foibe in Istria, e si concluderà giovedì 19 aprile con un evento speciale dedicato al genocidio armeno: la prima rappresentazione trevigiana dello spettacolo teatrale Bedròs o il resto della spada, la nuova produzione di Zelda e Nairi onlus.

 

Letture a cura di Filippo Tognazzo, accompagnamento al pianoforte di Ivan Tibolla.