Nuvole in viaggio. Esperienze di luoghi nel cinema

rassegna cinematografica
, ore -

We shall not cease from exploration

And the end of all our exploring

Will be to arrive where we started

And know the place for the first time.

T.S. Eliot, Four Quartets: Little Gidding (1943)

 

Il molteplice rapporto dell’uomo con i luoghi è esaltato nel viaggio, dall’antica migrazione dei popoli alla post-moderna illusione del tour nell’ultimo paradiso naturale, mentre in mezzo trovano posto tutte le esperienze – dalla scoperta geografica alla conquista di un impero, dal pellegrinaggio all’emigrazione – nelle quali il movimento nello spazio, la conoscenza dei luoghi, l’incontro con il diverso e il conseguente scambio culturale sono essenziali tanto per la formazione di un individuo che per la costituzione di una comunità. Anche nel cinema, che affianca la vita, la duplica o la simula, il viaggio è un elemento di base della struttura formale e narrativa di molti film.

 

Il rapporto del cinema con i luoghi della realtà è iniziato con i primi operatori Lumière, che “giravano” sui boulevard di Parigi, a Lione inondata o alla stazione di La Ciotat, ed è continuato anche con i luoghi fantastici del Voyage dans la lune (1902) di Méliès. Nel suo “mostrare i luoghi” nel corso di oltre un secolo, il cinema ha inoltre esercitato un duplice effetto sullo spettatore, rendendogli familiare l’ignoto e costringendolo a riscoprire il già noto.

 

Un analogo percorso di conoscenza e scoperta è esercitato dalla memoria, per le esperienze dell’individuo, e dalla storia, per le vicende di una società, tanto che entrambe possono essere considerate una forma di viaggio nel tempo che il cinema ha affrontato e documentato nel variare delle situazioni storico-politiche e dei suoi specifici sviluppi tecnologici (dalla pellicola tremolante al supporto digitale).

 

Sono queste premesse, sul viaggio e sulla sua immagine speculare, a legittimare lo sguardo su luoghi e percorsi e sui loro riflessi cinematografici, dopo che il giardino e il paesaggio sono stati gli oggetti specifici delle rassegne tematiche precedenti (Nuovo cinema giardino nel 2009/10 e Nuovo cinema paesaggio nel 2010/11): a un nuovo manipolo di opere oggettivamente significative (la cui scelta è inevitabilmente soggettiva o obbligata dalla disponibilità) è affidato un progetto di scambi dialettici, una serie di collegamenti e riflessioni con altre visioni e/o letture ma anche con esperienze dirette.

 

Le scoperte e le conquiste legate al viaggio, anche a quello cinematografico – dal western al road movie, dal reportage all’etnodocumentario, dall’avventura esotica alla fantascienza –, si collegheranno ancora una volta ai passaggi importanti della vita dell’individuo così come ai modelli letterari (giornali di viaggio, romanzi di formazione…).

La visione del singolo film e l’organizzazione in un ciclo unitario dell’insieme dei titoli arricchirà non solo il dibattito immediato, ma potrà fornire un successivo modello di comprensione e di critica.

 

È nel quadro di una complessiva consapevolezza della catena dei fotogrammi, disposti in sequenze che si formano e si dissolvono, che il titolo della rassegna può evocare “il viaggio delle nuvole”, mettendo tra i suoi propositi finali i quattro mirabili versi di Eliot: «noi non cesseremo l’esplorazione / e la fine di tutto il nostro esplorare / sarà giungere là onde partimmo / e conoscere il luogo per la prima volta» (Quattro quartetti, traduzione di Angelo Tonelli, Feltrinelli, Milano 1995).

(L.M.)