Musiche dalla corte del sultano

concerto dell’Ensemble Marâghî
, ore
chiesa di San Teonisto

La quinta edizione del progetto Musica antica in casa Cozzi prenderà il via con il concerto dell’Ensemble MarâghîMusiche dalla corte del sultano: suoni da un manoscritto ottomano del XVII secolo.

Nel 1638 Bobowski, musicista da Chiesa, membro di una famiglia polacca cristiano riformata, viene catturato dai Tatari durante un’invasione della Polonia. Portato a Istanbul, viene venduto al mercato degli schiavi della città e comprato da alcuni rappresentanti del sultano. Scoperte le sue abilità di strumentista, Bobowski viene “regalato” al sultano, il quale lo impiega come musicista di corte. Bobowski ritrascriverà le musiche della corte ottomana e anche tutto quello che “udiva” intorno a sé, sia di genere spirituale che secolare: dalle canzoni popolari alle danze di efebi, dagli appelli alla preghiera ai repertori dei dervisci, con un approccio aperto, ante litteram.

Alcune di queste musiche saranno riproposte dall’Ensemble Mâraghi, formato da alcuni dei più rappresentativi musicisti ricercatori italiani di musica orientale, in un originale concerto dedicato alla musica antica ottomana.

 

Gli interpreti

L’Ensemble Marâghî nasce nel 2008 all’altro capo della “Via della Seta”, Venezia, probabilmente grazie alle risonanze sonore che ancora vagano tra le pietre della città. Attualmente l’Ensemble segue due linee principali: una strumentale (sâzende) e una vocale (hânende). La prima propone un itinerario nella musica strumentale ottomana antica (secoli XV-XVIII) sviluppatasi tra la corte e i centri sufi di Costantinopoli. La seconda, invece, si avvale della collaborazione con la cantante persiana Sepideh Raissadat e si dedica alle composizioni vocali di ‘Abd ul-Qâdir Marâghî (m. 1435).

L’Ensemble è diretto da Giovanni De Zorzi (flauto ney), allo stesso tempo musicista e studioso: allievo del m.o Kudsi Erguner, negli anni ha svolto una notevole attività concertistica; dottore di ricerca in Etnomusicologia, dal dicembre 2011 è docente di questa materia all’Università “Ca’ Foscari” di Venezia.

Stefano Albarello (canto, cetra su tavola pizzicata qanûn) sin dal 1985 si occupa di musica antica, approfondendone l’aspetto musicologico, la prassi del canto e degli strumenti a pizzico medioevali, rinascimentali, barocchi ed arabi. Opera da anni nel concertismo come solista e direttore di insiemi, tra i quali l’Ensemble Cantilena Antiqua.

Fabio Tricomi, ha studiato tamburo a calice zarb (o tombak) con Jâmshîd Shemirânî, con i suoi due figli Bijân e Keyvân così come con Behnam Samâni. Apprezzato polistrumentista, capace di passare con disinvoltura e maestria tra una decina circa di strumenti e tradizioni diverse, come si potrà ascoltare con la viella kamançe. Ha al suo attivo diverse pubblicazioni di carattere etnomusicologico.