Enzo Demattè, uomo di scuola e di cultura

nell’ambito del ciclo "La biblioteca incontra 2019"
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Enzo Demattè (1927-2014) svolse un ruolo fondamentale per lo sviluppo della cultura di Treviso. Trentino di nascita, ma trevigiano d’adozione, – nella città veneta si trasferì con la sua famiglia all’età di dodici anni –, fu scrittore, poeta, studioso, insegnante e politico.

 

La Fondazione Benetton, che ha recentemente accettato la proposta di donazione dell’archivio e di parte dei libri di questo importante intellettuale, gli dedicherà, martedì 19 marzo alle ore 18 negli spazi Bomben di Treviso, il primo incontro della nona edizione de La biblioteca incontra annuale ciclo di appuntamenti dedicati alla valorizzazione del suo patrimonio librario e documentario.

Parteciperanno le figlie Donata e Francesca Demattè, Eugenio Manzato, storico dell’arte, Fiamma De Salvo, responsabile della BRaT, la Biblioteca dei Ragazzi a lui intitolata, e Francesca Ghersetti, responsabile del centro documentazione della Fondazione.

 

«Enzo non era soltanto un uomo di profonda umanità», ricorda Eugenio Manzato, che con Demattè ha condiviso un pluriennale impegno per la vita culturale di Treviso, «era anche uno studioso appassionato, un ottimo scrittore e, soprattutto, un politico straordinario in anni cruciali per lo sviluppo culturale della nostra città. Da assessore alla cultura, non solo ha avuto l’intuizione di istituire la Biblioteca per i ragazzi, ma ha anche saputo giocare un ruolo fondamentale per la crescita del patrimonio dei Musei civici. I suoi costanti contatti con i coniugi Maria e Natale Mazzolà, collezionisti d’arte e amici di Arturo Martini, hanno aperto la strada a importanti donazioni di opere dello scultore (tra cui La Pisana)e di altri artisti, come ad esempio ventidue quadri di Nino Springolo. Il suo rapporto con i Mazzolà portò anche alla pubblicazione, in un libro da lui curato, della ricca corrispondenza tenuta dai coniugi con Giovanni Comisso, ben trecento lettere che raccontano il fermento culturale che animava Treviso fra gli anni venti e gli anni sessanta del Novecento».

 

Fra i molti titoli pubblicati, dedicati alla narrativa, alla letteratura giovanile, alla poesia in lingua e nei dialetti veneti, a studi e saggi critici sulla regionalità e le identità venete, il romanzo per ragazzi Il regno sul fiume, vincitore del Premio Giana Anguissola 1967, fu pubblicato a puntate sul «Corriere dei Piccoli», raggiungendo il grande pubblico.

Le sue esperienze professionali lo portarono anche a Parigi, dove si stabilì nel 1987 come Ispettore Generale della scuola italiana in Francia, presso l’Ambasciata d’Italia.

 

«La recente donazione alla Fondazione Benetton offre l’occasione per una riflessione condivisa sull’attualità della sua figura e del suo lavoro, e sulle potenzialità che la sua “memoria di carta” rivela per lo studio e le attività legati a un’ampia gamma di temi che vanno dal paesaggio a Treviso, ai rapporti con il mondo della scuola» racconta Francesca Ghersetti. «Il fondo donato comprende centinaia di fascicoli che documentano il suo lavoro, tra cui quello per le opere pubblicate, per conferenze, per l’attività didattica, e che raccolgono materiali di studio e ricerca su tematiche specifiche come la civiltà veneta, la montagna, lo scoutismo. Sono presenti anche molti testi inediti, fotografie e un ricco epistolario in grado di restituire uno spaccato della rete di relazioni dell’autore. Della sua biblioteca sono stati donati i libri conservati nello studio, il cuore dell’“officina di lavoro”, che comprendono, oltre a varie pubblicazioni di particolare interesse, molti testi con dedica e le prime edizioni degli scritti».