Boschi fatti parole e parole fatte boschi

Interpretazioni lessicali sulle forme e sulla cura

Lorenza Gasparella

Borsa di studio sul paesaggio edizione 2016/2017

area tematica Natura e giardino

tutor: Luigi Latini (presidente del Comitato scientifico) e Simonetta Zanon (responsabile area Progetti paesaggio)

Ippolito Pizzetti era un uomo che amava le parole e le usava per costruire giardini. Così lo descrive Giovanna Mattioli sul quotidiano indipendente Ferrara Italia. Ed è grazie al giardino, natura fatta parola e parola fatta natura secondo Rosario Assunto che è possibile delineare quell’orizzonte di speranza che non consiste nel renderci padroni e possessori della natura, ma piuttosto nel ricostruire un rapporto di rispetto sul piano etico e di appartenenza sul piano ontologico, come affermato da Hervè Brunon in occasione della decima giornata internazionale di studio sul paesaggio dedicata a La cura della terra: luoghi, pratiche ed esperienze.

Ma qual è il rapporto tra bosco e giardino? Nell’indicare quale fosse la sua vera passione, Pizzetti non ha dubbi nell’individuarla non nella foresta «non c’è più da pensarci, esiste solo nelle favole, e neppure la selva, sono troppo civilizzato» ma nel bosco. «Se dovessi scegliere tra un giardino grande e ben progettato», afferma «e un angolo di bosco recintato (sì recintato, la realtà è questa) credo non avrei dubbi, e sceglierei il bosco. Un bosco non creato da me ma cui ho messo mano giorno per giorno, che ho conosciuto in tutte le stagioni».

La chiusura, il recinto, secondo la radice indogermanica wart-, gart-, è connaturata al giardino fin dal significato etimologico della parola stessa, che letteralmente può essere tradotto come «luogo recintato». Attraverso il recinto l’uomo isola una parte dal tutto e la pone sotto il proprio controllo, la adegua alle proprie esigenze. Oppure abita quello che è escluso dal recinto, che diventa elemento di difesa da ciò che in esso è racchiuso o di ciò che esso contiene.

Non solo l’azione del recintare può contenere molteplici intenzionalità e, di conseguenza, slittamenti di senso. Molti altri termini legati alle azioni possono assumere significati diversi a seconda della disciplina da cui vengono utilizzati. Già nel 1968, Carl Theodor Sørensen riconosceva come «Si scrive e si parla di natura, e paesaggio […] In tutto quanto viene scritto e discusso pare manchi una definizione a tutti comprensibile dell’argomento di cui si tratta. […] Coloro che scrivono e parlano presuppongono che il significato delle parole sia chiaro. Così non è, purtroppo, e ne nasce una considerevole confusione».

L’operazione che si propone, a partire da quanto i boschi, presenti in molti dei luoghi insigniti dal sigillo Carlo Scarpa per il Giardino suggeriscono, non è una traduzione di termini, da un vocabolario disciplinare ad un altro, quanto piuttosto un’interpretazione che, dal suo significato etimologico, implica il far conoscere. Ad ogni luogo corrisponde una forma che il bosco ha assunto e che riflette un sistema di relazioni culturali pluri-stratificate. Inoltre ogni luogo è esito di una serie di azioni di ognuna delle quali può essere descritta la valenza e l’uso progettuale, ma non di meno gli effetti sull’ecosistema bosco e gli scopi selvicolturali ad essa associati.

È un’operazione che raccoglie anche le sollecitazioni di Geoffrey Jellico e quando, a chiusura del saggio A table for eight, sottolinea come le singole discipline, se poste in dialogo, sono tanto più in grado di emergere e mantenere piena integrità quanto maggiore è consapevolezza che nessuno può esistere senza una collaborazione con le altre.

 

Lorenza Gasparella

Paesaggista. Consegue la laurea in Architettura presso l’Università IUAV di Venezia, con una tesi riguardante i temi della percezione e della rappresentazione del paesaggio desertico, e il dottorato di ricerca interateneo in Progettazione e Gestione dell’Ambiente e del Paesaggio presso l’Università di Roma ‘La Sapienza’ collaborando con il Dipartimento per l’innovazione nei sistemi biologici, agroalimentari e forestali dell’Università della Tuscia di Viterbo su tematiche relative alle aree boscate dei giardini storici. I suoi attuali interessi di ricerca riguardano Mutation et mouvements: quelle inscrption dans le paysage?