Seconda sezione. Segni umani

la geografia serve a fare la guerra?

Representation of human beings
mappe e arte in mostra

Con l’allestimento di uno “studio del geografo” la mostra entra nel cuore della costruzione cartografica. Ogni simbolo, ogni segno convenzionale su una carta geografica è frutto di una mediazione culturale, di un punto di vista che il geografo restituisce in qualità di interprete e portavoce del proprio tempo storico. Qui il segno forte che la mostra intende analizzare è quello usato per delimitare le comunità umane sul territorio.

I decenni precedenti la Grande Guerra stimolarono la redazione di mappe etno-linguistiche che con grande efficacia resero visibili per la prima volta le nazionalità oppresse (Italiani, Sloveni, Cechi, Boemi, Croati, Serbi, Magiari e Romeni) disegnandole ognuna all’interno di propri confini “storici”, “culturali” e “naturali”. Ancora una volta le carte geografiche resero concreti concetti astratti importanti come quello di gruppo etnico e nazione, offrendosi allo stesso tempo a una facile manipolazione. Gli antropologi hanno spiegato da tempo che si tratta di invenzioni: «un gruppo etnico è un gruppo di persone convinte di appartenere allo stesso gruppo etnico», e sono i nazionalismi a costruire le nazioni con narrazioni storiche redatte allo scopo di dare profondità e continuità nel tempo e nello spazio all’idea di nazione.

In Italia questi concetti vennero espressi con forza dalle case editrici geografiche come la De Agostini, il Touring Club, e da sodalizi come la Reale Società Geografica che condivisero il sostegno al governo e l’impegno nazionale in ambito coloniale e poi bellico contro l’Austria.

In mostra vedremo un esempio significativo di questa condivisione di valori con l’Atlante della nostra guerra pubblicato nel 1916.

Ma lo “studio” comprenderà anche le opere di uno dei migliori geografi del tempo, Cesare Battisti, il primo a produrre un lavoro completo sul Trentino, consapevole della funzione sociale e civile del sapere geografico per conoscere, comprendere, valorizzare e diffondere i valori sociali, economici e politici dei luoghi.