Vita sconnessa di Enzo Cucchi

presentazione pubblica
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La Fondazione Benetton presenta il libro dell’avvocato e collezionista Carlos D’Ercole, edito da Quodlibet nel 2014. Con l’autore ne discuteranno Francesco Merlo, giornalista, e Oliviero Toscani, fotografo.

 

Un’indagine plurale sull’identità di un artista singolare, Enzo Cucchi, pittore solitario, inquadrato nel brand collettivo della Transavanguardia. Il personaggio e l’opera si assomigliano fatalmente, nella loro gemella doppiezza: almeno dagli anni ottanta, ci si è cominciati a domandare chi fosse quest’uomo, e come facesse a realizzare opere così uniche, ma anche come fosse possibile armonizzare in un solo individuo le sue dichiarazioni mirabili e le sue indifendibili provocazioni.

 

Carlos D’Ercole riesce a risolvere questi enigmi facendo sì parlare Enzo, ma soprattutto le persone che gli sono state vicine, tanto umanamente quanto professionalmente. Tra queste incontriamo galleristi, artisti, amici, collaboratori, che parlano per la prima volta del ruolo insostituibile che la biografia di Enzo svolge nello sviluppo del suo lavoro. Fra i testimoni non ci sono critici e storici dell’arte, perché hanno già detto molto su di lui; forse troppo. Emilio Mazzoli, Francesco Clemente, Brunella Antomarini, Luigi Ontani, Joseph Helman, Miltos Manetas, Salvatore Lacagnina, Paul Maenz, Bernd Klüser, Mimmo Paladino, Jacqueline Burckhardt. E l’immagine che chiude il testo è dinamica, affascinante e poco chiara. Come Cucchi.

 

Un libro che è stato letto come «una detective story», Dario Pappalardo, «La Repubblica»; «Una contro-storia divertente e illuminante di quella scena artistica a cavallo tra gli anni settanta e gli anni ottanta, e oltre, che conoscevamo in modo leggermente diverso», Mario Finazzi, «Exibart»; o «Un bel libro, anch’esso sconnesso», Francesco Merlo, «GQ».