Restaurare a Treviso tra buone pratiche e istituzioni: l’esempio di Luigi Coletti

appuntamenti pubblici dedicati alle collezioni del centro documentazione
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Luigi Coletti fu per oltre mezzo secolo una figura chiave per la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio artistico trevigiano: presidente della Commissione Provinciale per la Conservazione dei Monumenti dal 1909 al 1935, Presidente della Commissione per il riordinamento dei Musei Civici dal 1919, Ispettore Onorario ai Monumenti dal 1921 fino alla morte avvenuta nel 1961, conservatore dei Musei Civici dal 1932, ma anche presidente della da lui costituita “Società per la tutela dei monumenti” dal 1908. Il suo interesse e amore per Treviso andarono al di là dei ruoli pubblici, con studi costanti sulla città che raggiunsero l’apice nell’ancora attuale Catalogo delle cose d’arte e di antichità d’Italia (1935).

 

Grazie al suo archivio, conservato presso la Fondazione Benetton, è possibile ricostruire non solo una storia unica di attenzione e devozione per il patrimonio artistico cittadino, ma anche riscoprire numerosi interventi di restauro, grandi e piccoli, accompagnati da dibattiti che ripercorrono

le tappe della teoria del restauro, a cavallo delle due guerre mondiali.

 

Corrispondenze pubbliche e private con importanti personaggi quali Bailo, Forlati e Botter, verbali e atti delle varie commissioni, numerosi articoli e saggi ci permettono inoltre di verificare l’attualità dei ragionamenti e delle questioni affrontate che non possono che essere da esempio e da monito oggi per ricordare quello che Coletti scriveva già nel 1907: «Vale la pena di mantenere alla nostra città il suo carattere antico, nella conservazione dei suoi monumenti, anche di secondaria importanza? Io dico che sì: poiché Treviso è, o meglio, può essere città artistica». [Luigi Coletti, Problemi artistici Trevigiani, Treviso, 1907, p. 8]

 

Ne parleranno Antonio Bigolin, restauratore; Luca Majoli, Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per l’area metropolitana di Venezia e le province di Belluno, Padova e Treviso; Rossella Riscica, architetto.