Lungo la traccia

lettura scenica
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Luciano Cecchinel ripercorre le vie lungo la traccia dei suoi avi quando nel secondo dopoguerra cercarono un luogo, una terra dove mettere a frutto i loro sogni; e lo fa per conoscere, per capire quali segni, quali impronte il passaggio dei suoi vecchi ha lasciato in questo mondo nuovo.

Un paesaggio lontano, ma che le storie dei nostri vicini di casa, partiti alla ricerca di un eldorado immaginario, hanno reso familiare.

Le tracce di Cecchinel sono quelle dei suoi, dei nostri padri. Il suo è un viaggio nella terra dei «figli di coloro che furono su aspre montagne», ma che ormai «nulla sanno dei vecchi delle terre lontane» forse «lieti che non sappiano di fieno e letame».

È la vicenda di uno strappo doloroso dalla patria d’origine, ma è anche il tentativo di riprendere il filo sottile che unisce questi uomini che, malgrado tutto, condividono una radice ormai lontana.

Le parole si inseguono senza alcun cenno a quella retorica di maniera che qualche volta accompagna questi temi, ma con l’intensità di chi è abituato a mettere le mani nella terra, il poeta, e che sa vedere proprio lì i segni più forti di ciò che è stato, di ciò che potrà essere.

Interpretazione di Sandro Buzzatti.

Musiche dal vivo di Francesca Gallo e Andrea Facchin.