Finestre in Val del Biois: Enzo Demattè

Note, racconti, poesia
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Casa delle Regole e Museo Albino Luciani, Canale d’Agordo

Organizzata dalla Fondazione Papa Luciani e dalla Fondazione Benetton Studi Ricerche e curata da Francesca e Donata Demattè l’esposizione analizza attraverso l’opera di Enzo Demattè l’antico spirito della cultura e della civiltà della Valle del Biois.

 

La Valle è quella che, salendo da Cencenighe Agordino verso il Passo San Pellegrino, arriva in compagnia del torrente Biois fino a Falcade incontrando sulla destra paesi come Vallada e sulla sinistra Canale e Caviola, dove si raccolgono le acque del Gaòn e, dopo Falcade, quelle dei torrenti Focobòn e Valés.

Una Valle che è sempre stata un territorio di scambio e passaggio di culture, per la posizione geografica che occupa, e che cattura, con gli affreschi colorati delle sue case, con gli intagli fra le assi dei suoi tabià, con la sua gente, la sua natura, le sue storie, l’immaginario del giovane Dematté che inizia a frequentarla nei primi anni cinquanta del Novecento e a raccogliere sistematicamente le testimonianze più varie – annotandole nei suoi carnets – per farle conoscere insieme alle riflessioni che la sua mente osservatrice e creativa ha lasciato in eredità al nostro tempo.

Consapevole che osservare e registrare non basta e che, per ridestare l’interesse, occorrono capacità comunicative, fantasia, emozione – possibili solo attraverso la narrazione –, Demattè restituisce vita alle testimonianze orali e materiali raccolte che, nel pieno rispetto dei dati oggettivi liberi da falsificazioni e manipolazioni, diventano gli sfondi e i contesti per le sue creazioni letterarie come i racconti e le poesie, o le interpretazioni delle opere degli scultori e dei pittori che Demattè incontra e riconosce in Valle. Nascono così il racconto lungo de La valle coi santi alle finestre, la raccolta di poesie Trei Orazhiòn, il romanzo per ragazzi Gente di confine.

La mostra ricorda anche, nel contesto della frequentazione di Demattè con gli artisti del luogo, il sodalizio che, già nei primi anni della sua presenza nella valle, instaura con un giovane e allora poco conosciuto scultore Dante Moro, del quale riconosce originalità di temi, padronanza di tecniche e forza innovativa del linguaggio.

La documentazione sulla relazione fra Enzo Demattè e la Valle del Biois, fonte per l’allestimento della mostra, è custodita nell’archivio della Fondazione Benetton. Le opere di scultura di Dante Moro provengono dalla collezione privata degli eredi di Enzo Demattè, gli oggetti relativi alla storia materiale della Valle del Biois sono stati messi a disposizione da Rizieri (Lucio) Luciani e alcune foto di antichi tabiai da Bepi Della Zassa.

 

Realizzata grazie alla famiglia di Enzo Dematté, in particolare le sorelle Francesca e Donata Demattè, l’esposizione è promossa dalla Fondazione Papa Luciani Giovanni Paolo I di Canale d’Agordo e dalla Fondazione Benetton Studi Ricerche di Treviso, con il contributo della Regione del Veneto e Bim – Comuni del Piave, il patrocinio dei comuni di Canale d’Agordo, Falcade e Vallada Agordina e la collaborazione delle Pro Loco di Canale d’Agordo, Caviola, Vallada Agordina, il Consorzio Pro Loco Agordino e Promo Falcade.

 

L’inaugurazione pubblica si aprirà con i saluti del sindaco di Canale d’Agordo, Massimo Murer, e dei rappresentanti istituzionali delle Biblioteche della Val del Biois, proseguirà con gli interventi di Loris Serafini, direttore del Musal-Museo Albino Luciani (www.musal.it) di Canale d’Agordo; di Luigi Latini, direttore della Fondazione Benetton Studi Ricerche; e delle curatrici della mostra. Prevede un momento musicale con Francesca Gallo, canto e fisarmonica.