Ricordiamo Gaetano Cozzi

(Zero Branco, 15 settembre 1922 – Venezia, 15 marzo 2001)

Con il 2021 siamo giunti alla quinta edizione del “Premio Gaetano Cozzi per saggi di storia del gioco” e il bando prevede la scadenza per la consegna dei testi il giorno 15 marzo. Per una coincidenza non prevista – ma anche per questo più significativa – la data collima con i vent’anni trascorsi dalla scomparsa del professor Gaetano Cozzi alla cui memoria questo premio è dedicato. Così si presenta l’occasione per un breve ricordo di questo studioso, uomo di straordinaria cultura e raffinata sensibilità intellettuale, che ebbe un importante ruolo fin da quando la Fondazione Benetton Studi Ricerche, nel 1987, stava muovendo i primi decisivi passi su iniziativa del suo presidente Luciano Benetton.

Fu allora che Gaetano Cozzi – in una piena sintonia d’intenti – suggerì per la nascente Fondazione, allora diretta da Domenico Luciani, l’avvio di studi di sicura qualità scientifica nel settore della storia veneta, del gioco, della ludicità e dello sport: ambiti, questi ultimi, nei quali il Gruppo Benetton aveva una posizione primaria a livello internazionale. Nasceva così la collana editoriale “Ludica” e l’omonima rivista «Ludica. Annali di storia e civiltà del gioco» (che si pubblica dal 1995), insieme alle Borse di studio intitolate alla memoria di Stefano Benetton (annualmente conferite dalla Fondazione dal 1988 al 2000, e successivamente, dal 2001 al 2015, intitolate allo stesso Gaetano Cozzi) per tesi di laurea riguardanti il gioco e i giochi, attraverso i tempi, fino agli sport contemporanei, iniziativa rinnovata nel 2016 con il passaggio a premio internazionale per saggi inediti, non più vincolato all’università italiana. E nel frattempo anche il Premio Stefano Benetton è proseguito regolarmente con una sua autonomia, nell’ambito delle attività della Biblioteca Stefano Benetton di Verde Sport.

In questo 15 marzo 2021, giorno di scadenza per la partecipazione al bando del Premio Gaetano Cozzi 2021, ricordiamo dunque un uomo, una presenza culturale, la cui disponibilità ad aprirsi a campi di studio non usuali nelle tradizioni del mondo accademico è stata punto di riferimento essenziale per la Fondazione, alla quale il professore Gaetano Cozzi ha voluto anche donare la sua casa nella campagna di Zero Branco.