La Fresneda nell’Escorial

Premio Internazionale Carlo Scarpa per il Giardino

VII edizione, 1996

La Fresneda, un compendio di boschi e pascoli, bacini d’acqua, dighe e canali, opere di architettura e artifici di giardineria posto a sud-est del Monastero di San Lorenzo e del villaggio dell’Escorial, ai piedi della Sierra di Guadarrama, è uno dei siti voluti da Filippo II, a partire dal 1561, nel quadro di una poderosa rete di interventi idraulici, ambientali, infrastrutturali che, alla scala geografica, da Madrid fino alle cime della montagna, compongono il vasto “paesaggio culturale” che assume il ruolo di simbolo dell’unificazione e centralizzazione del potere, vera e propria “reggia diffusa”, come è stato autorevolmente definito.

Oggi, dopo oltre quattro secoli di vicissitudini e di smembramenti, la Fresneda si presenta come fu pensata e realizzata e come viene descritta dal cronista coevo Sigüenza, «luogo appartato dalla reggia eppure in vista dalle sue terrazze e dalle sue finestre […] nel quale l’arte dell’uomo sia indistinguibile dalla bellezza del sito e dalla fertilità della natura che qui offre spontaneamente cibo, legname e caccia».

La parte principale della Fresneda, “la Granjilla”, da oltre un secolo appartiene alla famiglia Aguirre Borrell, ed è attualmente affidata al fratello maggiore, don José Luis.

La storia della Fresneda si concentra nella radicale trasformazione concepita e realizzata nell’arco di un solo quinquennio, dal 1561 al 1566, quando il villaggio preesistente, del quale restano soltanto la piccola chiesa con il recinto cimiteriale, una torre e un “casone”, viene sostituito da nuovi edifici (la “casa del sovrano” e la “casa dei monaci”) e nuovi orti e giardini. Vengono acquisite vaste aree a pascolo, a prato e a bosco (fresneda: frassineto), poi perimetrate, per più di 3 chilometri, con un muro di grandi pietre a secco alto almeno 3 metri, che non lascia fuggire gli animali. Esperti idraulici olandesi sovrintendono alla progettazione e alla formazione di quattro bacini d’acqua, dei quali il superiore, che è anche il maggiore, distribuisce l’acqua agli altri tre e a tutte le zone del compendio, per mezzo di un sistema di sbarramenti e di condotte in parte ancora funzionanti.

La Fresneda è un patrimonio di natura e di memoria a rischio. Occorre far fronte a un’adeguata manutenzione delle opere idrauliche, dei fragili e complessi artifici che regolano la distribuzione dell’acqua ai quattro bacini, rinnovare giardini e boschi, restaurare le opere lapidee sparse in tutto il compendio, e recuperare le piccole isole geometriche nei bacini. Cure particolari meritano anche gli aspetti biotopici: il sito ospita, tra l’altro, una colonia stagionale di cicogne.

D’altra parte, la Fresneda è un patrimonio di natura e di cultura pressoché ignoto, escluso dai programmi di salvaguardia di interesse pubblico e richiede una campagna che richiami l’attenzione della comunità scientifica e delle competenti autorità di tutela, della stessa opinione pubblica, sull’urgenza di provvedimenti adeguati.

Motivazione del Premio Carlo Scarpa 1996, a cura della Giuria.