Paesaggi che cambiano, 2018-2019

settima rassegna cinematografica dedicata ad Andrea Zanzotto

Luoghi a rendere

primo ciclo di proiezioni, autunno 2018

a cura di Simonetta Zanon

 

Nei luoghi abbandonati mette radici una vegetazione pioniera che restituisce spazi di natura e preziosa diversità botanica ad ambienti inutilmente cementificati.

Oppure vi si insediano persone, individui e piccole comunità che non trovano accoglienza nei luoghi tradizionali delle nostre città o che, semplicemente, scelgono un modello di vita diverso. E con loro, a volte si muovono anche gli abitanti del “prima”, incapaci di lasciarsi alle spalle i luoghi di una vita intera e in cerca di nuove opportunità in posti comunque familiari.

Sono molte le situazioni in cui questi ambiti, testimonianze tangibili di spopolamento, abbandono, mancanza di cura o assenza di progettualità, a volte ridotti a frammenti decontestualizzati, riconquistano significato e rappresentano veri e propri laboratori nei quali si definiscono nuovi spazi ecologici e sociali grazie a una metamorfosi spontanea, da paesaggi segnati da degrado e marginalità, se non addirittura illegalità, a nuovi contesti vissuti e brulicanti di storie.

Il cinema, come sempre prima e meglio di altri, sa intercettare e raccontare questi fenomeni, svelando nuove prospettive e relazioni aggiornate con paesaggi che sono frutto della nostra storia, dei nostri tempi, di scelte culturali, politiche e sociali spesso insostenibili.

Paesaggi che invitano a un cambio di paradigma perché queste terre minori, spesso disseminate di rovine ben diverse da quelle raffigurate dal Piranesi o da Matteo Ricci, suggeriscono nuovi modelli sociali, e anche estetici, intorno ai quali potrà svilupparsi una riflessione condivisa su necessità che appaiono ineludibili, quali la riduzione del consumo di suolo e la diffusione di pratiche di riuso e riciclo, e su molte altre questioni alle quali la città contemporanea, con tutte le sue contraddizioni, non riesce a dare risposte.

 

Di questi temi, i tre film proposti nella prima parte della rassegna offriranno al pubblico letture diverse e complementari. Si inizierà con il racconto di una valle alpina dove, nei terreni agricoli incolti, la natura si insedia tra i ruderi e dà vita a nuovi e sorprendenti paesaggi (The new wild di Christopher Thomson), per proseguire con quello dell’area delle ex Officine Meccaniche Reggiane che, dopo un passato industriale glorioso, giace in attesa di riqualificazione (Ogni opera di confessione di Alberto Gemmi e Mirco Marmiroli) e con quello di un’area fluviale a pochi chilometri dal centro di Torino, diventata una terra di nessuno dove si muovono i contadini che reclamano le terre che hanno occupato da anni strappandole al degrado, i cinquecento abitanti di un accampamento informale sulle sponde del fiume, qualche disperato in cerca di droga e dove, alla fine di tutte le strade cittadine, si è sistemato anche Reno, dopo aver perso casa e lavoro (Il futuro del mondo passa da qui – City veins di Andrea Deaglio). Alle proiezioni interverranno i rispettivi registi.

La seconda parte del programma si focalizza sulla realtà veneta e sul ruolo del cinema, in questa regione, nell’interpretazione e nel racconto, in particolare, delle problematiche paesaggistiche e ambientali più attuali. La capacità del cinema di farsi interprete di queste dinamiche sarà al centro del dialogo di Antonio Costa (curatore, con Giulia Lavarone e Farah Polato, del libro Veneto 2000: il cinema. Identità e globalizzazione a Nordest, Marsilio, 2017) con Mirko Artuso e Renzo Carbonera, rispettivamente interprete e regista del film Resina, la cui proiezione seguirà alla presentazione del libro. A conclusione del ciclo si affronterà una questione di grande attualità nel nostro territorio, quella della nuova pedemontana veneta, e dei risvolti di questa grande (e discussa) opera nella vita delle persone che abitano lungo il suo tracciato, attraverso il racconto del regista trevigiano Dimitri Feltrin che presenterà la sua trilogia Asfalto, assieme a Matteo Guidolin, sindaco di Riese Pio X e a Dario Antonini, collettivo Fotosocial, che ne ha ideato il progetto. (S.Z.)

 

mercoledì 10 ottobre ore 21

The new wild. Life in the abandoned lands

di Christopher Thomson (Austria/Italia/UK 2017, 69’)

 

mercoledì 24 ottobre ore 21 (rinviata al 31 ottobre)

Ogni opera di confessione

di Alberto Gemmi e Mirco Marmiroli (Italia 2015, 67’)

 

mercoledì 7 novembre ore 21

Il futuro del mondo passa da qui – City veins

di Andrea Deaglio (Italia 2010, 63’)

 

mercoledì 28 novembre ore 20

Resina

di Renzo Carbonera (Italia 2017, 90’)

la proiezione sarà preceduta dalla presentazione del libro Veneto 2000: il cinema. Identità e globalizzazione a Nordest, a cura di Antonio di Costa, Giulia Lavarone e Farah Polato (Marsilio, 2018)

 

mercoledì 5 dicembre ore 21

Asfalto. Pensare metà / Vuota / Una storia d’amore

di Dimitri Feltrin (Italia 2017-2018, 55’)