Topiaria

Architetture e sculture vegetali nel giardino occidentale dall’antichità a oggi

a cura di Margherita Azzi Visentini

Fondazione Benetton Studi Ricerche-Canova
Treviso 2004

XIV-270 pagine
155 illustrazioni a colori e 60 in bianco e nero
prezzo di copertina 36 euro

ISBN 88-8409-114-4
(Memorie, 10)

Colmando una lacuna sorprendente nell’intensa attività pubblicistica che in questi ultimi anni ha interessato i giardini occidentali, la manipolazione del patrimonio vegetale, impiegato come materiale plastico per comporre elementi architettonici e ornamentali, per scandire e decorare spazi, e dunque per realizzare giardini, viene assunta come argomento scientifico e artistico meritevole di indagini sulle fonti e di riflessione critica. Studiosi di diverse provenienze, di varie formazioni e interessi, filologi e storici dell’arte, dell’architettura e della botanica, architetti e paesaggisti specializzati nell’intervento sull’esistente o nel progetto del nuovo, letterati, filosofi, storici delle idee, sociologi, quanti insomma concorrono all’invenzione del giardino e alla sua conoscenza, considerano, con uno sguardo rivolto al futuro, l’intero arco cronologico dall’antichità a oggi, in una rappresentativa area geografica del mondo mediterraneo e occidentale.
Alcuni contributi, anche attraverso l’indagine sull’origine e il significato di una serie di termini latini di etimologia greca, aprono nuove prospettive di lettura. Opus topiarium, topiaria, topiarius, fin dall’età romana presentano una duplice accezione. Da un lato restrittiva, limitata agli interventi del giardiniere sulle piante, dall’altro più ampia, intendendo per topiarius colui che crea topia, luoghi, giardini, sia dipinti che reali; topia però capaci di rievocare siti particolarmente significativi, concreti ma anche letterari o fantastici, con l’impiego di tutti i mezzi a disposizione, scultura, pittura, fondali dipinti, architetture, infinite forme e figure della vegetazione.
Da un lato, la formazione di giardini nel corso di due millenni ha raramente rinunciato, in tutto il mondo occidentale, alle creazioni più bizzarre, alle acrobazie più snobistiche, in alcuni casi divenute espressione di virtuosismo fine a se stesso, diatriba, moda, passione, facendo della topiaria una pagina curiosa, affascinante, quasi tutta da scrivere, della storia del gusto. Dall’altro lato, come dimostrano i lavori attenti e scrupolosi raccolti in questo volume, ha assunto il ruolo della manipolazione e, per estensione, di uso della vegetazione, topiaria, nell’accezione più ampia. Le forme vegetali sono infatti alla base di quelle figure strutturali e ornamentali (spalliere, pergolati, padiglioni, siepi, bordure di aiuole e composizioni varie) che nel tempo hanno concorso all’articolazione degli spazi del giardino, alla loro decorazione, alla loro stessa invenzione. In questo senso la topiaria non può (e non deve) esaurirsi. Anzi, si aprono rinnovate prospettive e inaspettati campi di applicazione.
Il volume dà conto dei diversi aspetti che confluiscono nella topiaria, idee e arti, scienze e tecniche, arti e mestieri, nei principali paesi europei, fino ai problemi legati alla manutenzione di fragili architetture e sculture vegetali. Un lavoro collettivo, insomma, topiaria, che non intende chiudere ma riaprire la discussione e la ricerca intorno a un tema obliquo, “poco serio”, poco amato dall’accademia, affidato per lo più a cerchie di “patiti”, mostrando al contrario lo spessore, la complessità e l’articolazione di una materia fondativa della storia e della geografia del giardino.

 

Indice del volume

Margherita Azzi Visentini, Introduzione, VII
Paolo Cottini, Le origini. Rilettura delle fonti e ipotesi interpretative, 1
Alessandro Viscogliosi, Topiaria: un’altra proposta di lettura nel mondo romano, 16
José Tito Rojo e Manuel Casares Porcel, L’arte topiaria nei giardini spagnoli di tradizione araba, 22
Monique Mosser, Enjeux et débats autour de l’art topiaire dans l’histoire des jardins en France, 33
Clemens Alexander Wimmer, Topiary in Germany, 50
Erik A. De Jong, Graceful ornament or formal mockery? Dutch topiary between taste and trend, 57
David Jacques, English Renaissance and Baroque Topiary, 71
Margherita Azzi Visentini, Architetture e sculture vegetali nei giardini italiani tra Trecento e Settecento. Fonti iconografiche e letterarie, 81
Giorgio Galletti, Fortune e sfortune del bosso nei giardini italiani dal Rinascimento al Novecento, 93
Lucia Tongiorgi Tomasi, Tradizione iconografica, simbologia e scienza in alcuni progetti di arte topiaria tra Cinquecento e Seicento, 104
Litta Maria Medri, Le architetture vegetali nelle rappresentazioni pittoriche, 114
Eraldo Antonini, «Tutte le siepi d’ogni sorta di animali». L’arte topiaria nei giardini estensi (XVII-XIX secolo), 124
Giuseppe Rallo, Labirinti: artifici d’arte topiaria, 136
Paola Lanzara, La siepe, 153
Patrizio Giulini, La botanica e l’arte topiaria, 163
Elena Accati e Marco Devecchi, Conoscenza e gestione delle architetture vegetali. La componente botanica, 175
Vincenzo Cazzato, Il giardino italiano e le sue geometrie nella storiografia e in alcune realizzazioni del primo Novecento, 186
Maria Adriana Giusti, La conservazione della scena verde: il difficile equilibrio di un artificio topiario, 196
Domenico Luciani, Arte topiaria nel paesaggismo contemporaneo, 205
Margherita Lombardi, Attualità dell’arte topiaria, 212
Cristiana Serra Zanetti, Le piante dell’arte topiaria. Le specie e la loro biologia, 220
Elizabeth Braimbridge, Boxwood. The plant of many surprises, 226

Bibliografia citata, 231
Riassunti/Abstracts, 247
Indice dei nomi e dei luoghi, 257
Referenze sulle illustrazioni, 268