Agenda ottobre 2019

La Musica per i Giovani: necessità e virtù

In occasione della ripresa delle attività musicali e concertistiche proposte dalla Fondazione alla città e alle scuole del territorio, l’Agenda di questo mese ospita un intervento di Francesco Pedoja, già presidente del Tribunale di Pordenone, presidente dell’Associazione Musicale F. Manzato, importante e più longeva istituzione musicale di Treviso, fondata nel 1859.

 

L’Italia è stata sin dal XVI secolo la culla della cultura musicale, senza dimenticare nei secoli precedenti Guido d’Arezzo che diede il nome alle note e permise di memorizzare la musica.

Grandi nomi di musicisti furono Gesualdo da Venosa e Claudio Monteverdi. Poi la scuola veneziana da Benedetto Marcello ad Antonio Vivaldi, la scuola napoletana da Giovanni Paisiello a Giovanni Battista Pergolesi, e la scuola barocca romana con Giovanni Pierluigi da Palestrina. Nei secoli successivi l’opera musicale ha primeggiato nel mondo con Domenico Cimarosa, Vincenzo Bellini, Gioachino Rossini, Giuseppe Verdi e Giacomo Puccini (tra i tanti).

Com’è dunque oggi possibile che la cultura e l’educazione scolastica in Italia rinneghino questo glorioso passato che tutto il mondo ci invidia?

Le scuole musicali, e i conservatori in primis, sembrano riservate agli addetti ai lavori, a quelli che intendono svolgere nel settore musicale attività professionale (senza dimenticare che la strada di tale preparazione è lunga, anzi permanente – quante volte i nostri giovani musicisti sono affascinati da una veloce e forse prematura carriera concertistica o discografica?).

La musica però è una categoria dell’anima, è una esperienza unica per tutti, che necessita di sensibilità e affinamento. Ecco perché l’educazione musicale deve rivolgersi a tutti, soprattutto ai bambini e ai ragazzi, proprio perché si tratta di una componente essenziale della cultura. Solo in tal modo avremo ancora pubblico appassionato all’ascolto. Dobbiamo investire sui fruitori del futuro e sperare in una presenza coinvolta e competente ai concerti, perché l’esperienza emozionale e partecipativa della musica dal vivo è “unica”.

Nasce in questa prospettiva l’attività divulgativa e didattica programmata per quest’autunno dalla Fondazione Benetton che incentra la sua ricerca sulla forma strumentale del quartetto d’archi, la forma più sublime e completa di interazione tra strumentisti e interpreti, che attraversa tutto il periodo romantico per approdare al Novecento e al ventunesimo secolo, sia in Europa che in America, a dimostrazione della sua duttilità e della sua modernità.

In particolare, va segnalata la lezione concerto rivolta agli studenti, in programma il 18 novembre nella chiesa di San Teonisto.