Piante straniere: invasioni o immigrazioni?

nell'ambito di "Naturale inclinazione" 2014

ore 15.30

Plantas extranjeras: invasoras o immigrantes?

Piante straniere: invasioni o immigrazioni?

seminario a invito con José Tito Rojo (Università di Granada).

Intervengono Michela De Poli (architetto e paesaggista, studio Made, Treviso), Fabrizio Fronza (agronomo, Provincia Autonoma di Trento), Andrea Mati (musicista e paesaggista, Gruppo Mati, Pistoia), Tessa Matteini (architetto e paesaggista, studio Limes, Firenze), Giuseppe Rallo (architetto direttore presso la Soprintendenza ai Beni Architettonici e Paesaggistici delle province di Ve, Bl, Pd, Tv), Michele Zanetti (naturalista, Associazione Naturalistica Sandonatese, Musile di Piave, Venezia).

Coordina Luigi Latini (Università Iuav di Venezia-Fondazione Benetton Studi Ricerche).

 

Il dibattito e la contrapposizione tra vegetazione autoctona e alloctona, tra piante native e straniere, venuto alla ribalta soprattutto a partire dagli anni Settanta in relazione all’evoluzione del pensiero ecologico, comprende in realtà molte questioni che portano ben più indietro nel tempo, dal culto delle specie esotiche che fin dall’antichità hanno arricchito la flora di giardini e parchi e creato un nuovo vocabolario paesaggistico, alla mania rinascimentale per il collezionismo e le rarità botaniche, agli scambi floristici, in particolare quelli fra vecchio e nuovo mondo, che hanno ridisegnato i paesaggi vegetali e la nostra alimentazione, per arrivare alla messa al bando delle specie “non native” attraverso vere e proprie liste di proscrizione in nome della difesa di una presunta purezza della vegetazione e, contemporaneamente, anche all’attuale elogio delle vagabonde e delle erbacce che, con le loro migrazioni alla conquista del mondo, delineano oggi la possibilità di un nuovo rapporto con la natura. È una discussione che non riguarda solo scuole e tendenze diverse nelle scienze agrarie, nell’architettura dei giardini e nella progettazione del paesaggio ma che assume connotazioni evidentemente ideologiche che nel corso della storia sono addirittura sfociate in vera e propria xenofobia, botanica e non solo. In nome di legittime e condivisibili preoccupazioni sugli effetti negativi della globalizzazione e della banalizzazione del paesaggio, capita che si assegnino d’ufficio qualità più alte alle specie native – che forse più correttamente andrebbero riconosciute come quelle storicamente presenti in una certa area e sentite come “tradizionali” –, perseguendo una ipotetica naturalezza e autenticità dell’ambiente in cui viviamo – se non addirittura una inquietante “purezza” della razza – che in realtà ben poco ha a che fare con quanto insegnano l’ecologia e la biologia evoluzionistica e che non porterebbe alcun contributo alla difesa della biodiversità, in parte fondata proprio sui processi di ibridazione e migrazione delle specie, né alla protezione del paesaggio e dell’identità dei luoghi.

L’incontro si rivolge principalmente a studiosi e professionisti nel campo del paesaggio e del giardino, con lo scopo di offrire un’occasione di dialogo e confronto sul piano delle teorie e delle pratiche.

 

 

ore 21

L’invasione dei mostri verdi

proiezione del film Il giorno dei Trifidi (The Day of the Triffids) di Steve Sekely (Inghilterra, 1962, 86’), con introduzione e commento di José Tito Rojo.

 

Una notte la Terra viene colpita da una pioggia di meteoriti di straordinarie proporzioni che, a causa dell’urto con l’atmosfera terrestre, sprigionano radiazioni accecanti che provocano l’ingigantimento di piante carnivore dotate di organi sensori. Il giorno dopo tutti quelli che hanno assistito al fenomeno si ritrovano ciechi mentre in tutto il mondo si diffondono i semi dei trifidi, le enormi piante capaci di staccarsi dal terreno e di attaccare e divorare gli uomini. Protagonista nonché salvatore della patria sarà William Masen, ufficiale della marina mercantile inglese sopravvissuto alla notte dei meteoriti avendo gli occhi bendati dopo aver subito un’operazione e quindi ancora in grado di vedere i mostri verdi che hanno invaso la Terra e di evitare la fine del mondo. Il film è tratto dal noto romanzo di fantascienza del 1951 The Day of the Triffids di John Wyndham, inizialmente pubblicato in Italia come L’orrenda invasione (Urania Mondadori, 1952) e quindi tornato al titolo originale Il giorno dei trifidi (Oscar Mondadori, 1975). Anche il film venne inizialmente distribuito in Italia con un titolo diverso – L’invasione dei mostri verdi (1963) – per poi tornare, nel 1976, all’originale del romanzo di Wyndham. Di questa storia, molto amata dal pubblico di diverse generazioni (ed emblematica di molte nostre paure alle quali si può ricollegare anche un certo atteggiamento verso le piante straniere), recentemente è stata annunciata la messa in cantiere di una nuova versione cinematografica, per la regia di Mike Newell (Quattro matrimoni e un funerale, Harry Potter e il calice di fuoco), i cui tempi produttivi e il casting non sono stati ancora resi noti.