L’immagine del vincitore

L’atleta nella statuaria greca dall’età arcaica all’ellenismo

di Federico Rausa

Fondazione Benetton Studi Ricerche-Viella
Treviso-Roma 1994

304 pagine

49 illustrazioni in bianco e nero
prezzo di copertina 25,82 euro

ISBN 88-85669-31-X
(Ludica, 2)

 

Verso la fine del VI secolo a.C. la scultura greca produsse uno dei fenomeni destinati a lasciare una traccia duratura nella sua storia secolare: la statua-ex voto dedicata agli atleti come premio per la vittoria nei giochi sacri, che eternava agli occhi dei contemporanei e dei posteri la gloria dell’impresa sportiva. Dai primi decenni del V secolo a.C. i santuari panellenici – e specialmente Olimpia e Delfi – si popolarono di immagini di atleti: un’umanità ideale effigiata nel bronzo e dislocata nell’area sacra, accanto ai templi, sanciva il prestigio delle più celebri e potenti famiglie delle aristocrazie cittadine, orgogliose della propria areté e della larghezza di mezzi economici profusi.
Nello spazio di tre secoli e mezzo alcuni dei più grandi maestri della scultura greca, come Pitagora, Mirone, Policleto, Lisippo, lasciarono opere di straordinaria bellezza e suggestione formale, oggi irrimediabilmente perdute, fagocitate dalla fame di bronzo che alla fine del mondo antico investì i luoghi nei quali erano esposte.
Il volume, attraverso l’esame delle fonti scritte e figurate, pone in luce gli elementi salienti che condussero alla nascita della statua atletica e le linee del suo sviluppo, affrontando anche alcuni aspetti del fenomeno in epoca romana, attraverso elenchi aggiornati delle repliche dei tipi statuari.

 

Indice del volume

Introduzione, p. 7

Parte prima
1. L’immagine dell’atleta: significato e aspetti iconografici, p. 13: 1.1. La statua atletica come monumento onorario, p. 14; 1.2. Le statue atletiche dette “iconiche”, p. 19; 1.3. Caratteri dell’iconografia atletica nella scultura, p. 29
2. Athla e contesti topografici: statue greche nei centri della períodos e in altri siti, p. 39: 2.1. Olimpia, p. 39; 2.2. Delfi, p. 52; 2.3. Isthmia, p. 63; 2.4. Nemea, p. 65; 2.5. Località estranee alla períodos, p. 66

Parte seconda
1. Età arcaica, p. 77
2. Dal tardo arcaismo alla fine del V secolo, p. 85: 2.1. Athla e poesia d’encomio, p. 86; 2.2. Statue atletiche del tardo arcaismo, p. 93; 2.3. La statuaria atletica dell’età dello stile severo, p. 96; 2.4. Mirone, p. 101; 2.5. Policleto, p. 104
3. Il IV secolo, p. 111: 3.1. La produzione di statue atletiche fino alla metà del IV secolo, p. 118; 3.2. L’ideale atletico di Lisippo e la statuaria atletica della seconda metà del IV secolo, p. 127; 3.3. Sculture atletiche di stile lisippeo, p. 135; 3.4. Altri scultori di statue atletiche, p. 144
4. L’età ellenistica, p. 149: 4.1. L’eredità di Lisippo e gli ultimi esiti della statuaria atletica, p. 152; 4.2. Gruppi di lottatori, p. 158; 4.3. La statuaria atletica in età romana, p. 161

Conclusioni, p. 167
Catalogo, p. 169
Glossario dei termini tecnici che compaiono nel testo, p. 215; Sigle di riviste e periodici, p. 223; Abbreviazioni bibliografiche, p. 225; Indice dei passi citati, p. 235; Indice dei tipi statuari, p. 243; Indice dei musei e dei luoghi di conservazione, p. 245; Indice dei nomi e delle cose notevoli, p. 253; Elenco delle illustrazioni, p. 263; Tavole, p. 267

 

Federico Rausa, archeologo, è stato vincitore della borsa di studio “Stefano Benetton” nell’edizione del 1987-1988; ha studiato nelle Università di Urbino e Roma “Tor Vergata”, e ad Atene, occupandosi di iconografia e analisi formale nella scultura greca e romana, della fortuna dell’antico e di collezionismo di antichità in età moderna. Già borsista del Deutsches Archäologisches Institut di Roma, è attualmente collaboratore alla ricerca presso l’Università di Napoli “Federico II” e collabora al catalogo dei marmi antichi della collezione Farnese, al progetto espositivo per i “Nuovi Uffizi” e alla riedizione dei marmi antichi del Palazzo Ducale di Mantova. Tra le sue pubblicazioni si segnalano Pirro Ligorio. Tombe e Mausolei dei Romani (1997) e Mantova. Le collezioni di Palazzo Ducale. I marmi antichi (2000) e una serie di contributi su riviste specializzate italiane ed estere.