Agenda giugno 2018

Navigare il territorio

L’Agenda di giugno ospita un intervento di Maria Rosaria Barbera, direttore del Parco Archeologico di Ostia Antica.

Il sistema dei porti di Claudio e di Traiano è una delle più grandi infrastrutture del Mediterraneo antico: un gigantesco porto, capace di dotare la città di Roma di uno scalo che finalmente superasse i limiti del più antico scalo fluviale di Ostia e la lontananza dell’altro grande scalo marittimo di Puteoli (Pozzuoli). 

Fulcro di questo sistema era l’ampia area archeologica di Portus, con il porto costruito da Claudio (41–54 d.C.), ristrutturato e ampliato agli inizi del II secolo d.C. da Traiano che aggiunse un grande bacino esagonale per consentire il collegamento e i commerci fra Roma e l’intero ambito del Mediterraneo.

L’area è immersa in un affascinante contesto ambientale, caratterizzato dagli esiti degli impianti vegetali degli anni venti del secolo scorso e trova un punto di forza nel Museo delle Navi vicino al molo settentrionale del Porto di Claudio, ormai di imminente riapertura, che ospita una delle principali collezioni di navi antiche del Mediterraneo, ben cinque relitti principali con altri resti e materiali di bordo.

Dopo la parziale acquisizione al Demanio, negli anni novanta, la Soprintendenza Archeologica di Ostia provvide a recuperare, restaurare e curare l’importante patrimonio archeologico e ambientale, nonché ad allestire circa 6 km di percorsi con tipologie e tempi di visita diversi. 

Il lavoro dei colleghi, Lidia Paroli e Cinzia Morelli prima, Renato Sebastiani poi, ha prodotto importanti risultati in termini di ricerca e formazione specialistica, ponendo Porto al centro di una rete di gruppi di studio italiani, francesi, inglesi e spagnoli.

Si è aggiunta, infine, la volontà di legare direttamente e stabilmente la formazione scientifica dei giovani studiosi a quella didattica dei più giovani, ragazze e ragazzi, bambine e bambini che, negli ultimi cinque anni, hanno letteralmente affollato l’area archeologica e naturalistica demaniale di Portus, portando rapidamente i visitatori da poco più di 2.000 a 26.000. Ciò si deve ai progetti realizzati in collaborazione con la Fondazione Benetton, Aeroporti di Roma, il Comune di Fiumicino, la Rete scolastica “Progetto Tirreno – Eco-Schools”, le associazioni culturali del territorio. Da questa collaborazione è nata l’iniziativa Navigare il territorio che ha potuto contare sullo slancio generoso del personale della Soprintendenza (oggi Parco) e della Fondazione che, oltre ad avviare un lavoro innovativo nel campo del paesaggio, ha sviluppato con noi un’esperienza originale rispetto al mondo dei beni culturali e al dialogo con la scuola.

In un luogo come Fiumicino, caratterizzato da uno sviluppo disordinato ma anche dalla volontà di dialogare con il territorio e il suo patrimonio, si è costituito a Porto un vero e proprio “cantiere” di formazione, puntato sull’evoluzione storica e sociale di una vasta area fortemente caratterizzata in termini archeologici e di paesaggio, della quale la comunità deve riappropriarsi, ritrovando insieme le proprie radici identitarie. 

Concludo con una frase di Renato Sebastiani, fautore entusiasta del progetto: «Navigare il territorio ha acceso una luce su un luogo che rischiava di venir rimosso dalla memoria collettiva nella sua identità di grande porto dell’antichità, nascosto tra viadotti invadenti e visibile solo a pochi. Il lavoro fatto dimostra che esiste una via per la costituzione di una grande area aperta alla fruizione collettiva e che una richiesta in tal senso esiste e merita di essere coltivata». Non saprei dire meglio.