Duemiladiciassette: un anno che ne vale trenta

La Fondazione Benetton compie 30 anni

All’inizio degli anni ottanta i fratelli Benetton, Luciano con Giuliana, Gilberto e Carlo, decidevano di dare vita alla Fondazione che porta il loro nome, e che, a partire dal 1987, avrebbe assunto una fisionomia analoga all’attuale. Un progetto pensato per durare nel tempo, da mantenere vivo con uno sforzo continuo di rinnovamento senza dimenticare il passato, interpretando i tempi e provando a giocare di anticipo. Trent’anni or sono nasceva dunque la Fondazione Benetton Studi Ricerche con un gruppo di studiosi – Nico Luciani, Tobia Scarpa, Gaetano Cozzi – chiamati dal signor Luciano a dar vita a un istituto culturale del tutto originale nel panorama nazionale, con un’iniziale attenzione concentrata soprattutto sugli studi di storia veneta per dare successivamente sempre più spazio ai temi legati al paesaggio: è del 1990 il primo Premio Internazionale Carlo Scarpa per il Giardino, assegnato al Sítio Santo Antônio da Bica di Roberto Burle Marx. Con gli anni è arrivata anche una nuova sede, dopo la prima di piazza Crispi, nei palazzi di via Cornarotta, più adatti all’aumento delle attività.

L’anno 2017, il trentesimo di un’attività mai interrotta e sempre in crescita, sarà quindi una buona occasione per interrogarci su quanto fatto finora e per rilanciare la nostra scommessa: mantenere viva e attuale una fondazione radicata nel territorio ma con la mente aperta al mondo, con un gruppo di lavoro interno di venti persone in dialogo con un comitato scientifico, con collaboratori esterni e istituzioni pubbliche e private.

Le celebrazioni per il trentennale sono iniziate con un momento di festa per noi della Fondazione e per la città di Treviso. Il restauro della chiesa di San Teonisto, regalo di Luciano Benetton alla Fondazione e alla collettività, sta giungendo al termine. Le opere principali, pensate dall’architetto Tobia Scarpa, sono ormai concluse, e ci restituiscono un’architettura rinnovata in modo geniale, che custodisce i segni del suo passato di luogo consacrato, poi massacrato dai bombardamenti del 1944 e spogliato dei suoi arredi, e infine dimenticato. Un luogo che troverà la sua collocazione tra gli spazi della cultura, con un calendario di eventi adatto alla sua nuova identità, non dimentica del passato di luogo di culto e della vicinanza con il Seminario Vescovile, e che ritroverà anche le opere d’arte che lo decoravano, grazie a una felice quanto veloce intesa con il Comune di Treviso.

Il 21 ottobre la nostra festa continua con un momento pensato per fare il punto sui nostri studi e ricerche sul paesaggio. Luigi Latini, presidente del nostro Comitato scientifico, che con noi ha accettato di continuare l’attività inventata da Domenico Luciani, nel descrivere il programma dell’incontro in calendario il giorno ventuno, scrive: «La Fondazione, nel momento in cui guarda al bilancio di un’esperienza trentennale, riconosce proprio nel dialogo e nel confronto tra conoscenze diverse un passaggio faticoso, ma ancora imprescindibile per ogni forma di accostamento al paesaggio: nella ricerca, nel lavoro sul campo, nello studio e nella cura dei luoghi».

Il 17 e 18 novembre un convegno, organizzato con due importanti centri di ricerca europei, e una mostra, saranno dedicati alla storia del gioco, con un approfondimento nell’attualità su ludopatia e gioco d’azzardo.

A dicembre protagonista sarà il campo dei beni culturali, alla ricerca di buone pratiche da promuovere e far adottare, in collaborazione con importanti istituzioni nazionali.

 

Marco Tamaro, direttore