Un triennio di investigazione tra ambiente e fotografia

mostra fotografica del collettivo Synap(see)
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Sabato 17 novembre alle ore 18, la Fondazione Benetton inaugura negli spazi Bomben di Treviso la mostra fotografica Un triennio di investigazione tra ambiente e fotografia del collettivo Synap(see), composto da fotografi (Andrea Buzzichelli, Sergio Camplone, Emanuela De Luca, Paola Fiorini, Simone Mizzotti, Antonella Monzoni, Stefano Parrini, Giovanni Presutti) provenienti da varie regioni d’Italia, che, da tre anni, sotto la guida del curatore italo belga Steve Bisson, hanno scelto di svolgere, in modo corale, delle indagini autorali su questioni che riguardano l’ambiente, la natura, la gestione e pianificazione territoriale nella penisola.

I progetti fotografici, esito di un triennio di ricerca focalizzato su tre differenti tematiche Parchi nazionali e regionali, Fiumi, Agro –, sono esposti per la prima volta a Treviso, da domenica 18 novembre 2018 a domenica 6 gennaio 2019 (giovedì e venerdì ore 15-20, sabato e domenica ore 10-20).

 

Il primo lavoro ha riguardato una selezione di parchi nazionali e regionali. Un insieme di luoghi assai variegato. Il Delta del Po, le Alpi Apuane, l’Arcipelago Toscano, la regione del Partenio, le Foreste Casentinesi. La chiave che ha guidato la lettura è stata la definizione di confine. Dove inizia e finisce un parco? Il problema dell’inquinamento da microparticelle di plastica dell’Arcipelago Toscano, le attività estrattive di marmo nelle Alpi Apuane, l’educazione ambientale nel Parco Naturale Regionale Dolomiti Friulane di Erto sono alcuni esempi di questioni prese in esame dal progetto.

Nel secondo anno il collettivo si è dedicato a studiare alcuni fiumi. I diversi progetti hanno messo a fuoco il rapporto, quasi simbiotico, tra uomo e corsi d’acqua, che è alla base dello sviluppo delle civiltà antiche ma anche di quelle industriali fino ai giorni nostri. I casi studio scelti hanno il merito di caratterizzare questo rapporto sotto diversi punti di vista. Le opere per la tutela contro il rischio idrogeologico realizzate lungo l’Arno dopo l’alluvione del ʼ66, le memorie di una speciale convivenza raccolte dagli album famigliari degli abitanti della terra “di mezzo” tra i fiumi Secchia e Panaro, i differenti modi di vivere e appropriarsi dell’Adige, e altre singolari storie di piccoli corsi in Toscana, il Cecina, la Merse.

Con l’ultima ricerca, titolata “Agro”, il collettivo ha meditato sugli usi del suolo, con particolare attenzione all’agricoltura, agli allevamenti e alle colture boschive. Da un paio di decenni almeno si osserva un’onda di “ritorno alla terra” cavalcata soprattutto da una nuova generazione di contadini e allevatori di piccola scala che praticano un fare votato a una maggiore sostenibilità, rispetto degli animali e della natura. Il progetto ha raggruppato diverse testimonianze in questo senso che compongono un variopinto mosaico di esperienze e modi alternativi di rapportarsi alla terra. Produzione di erbe medicinali, salvaguardia delle api, benessere degli animali, gruppi di acquisto solidali, coinvolgimento di lavoratori diversamente abili sono alcune delle nuove buone pratiche.