Premio Civiltà dell’Acqua Renzo Franzin

cerimonia pubblica e tavola rotonda
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L’allarmante fenomeno delle immense Isole di Plastica (Garbage Patch) che galleggiano sui nostri oceani è al centro dell’opera dell’artista Maria Cristina Finucci, a cui si deve la provocante idea di conferire a queste nuove entità territoriali la dignità di Stato.

 

Secondo alcune rilevazioni, questo fenomeno allarmante si estende per ben 16 milioni di km². Eppure, il Garbage Patch non è rintracciabile in nessuna carta geografica; nemmeno le rilevazioni satellitari riescono a delimitarne i precisi confini.

 

L’installazione artistica ideata da Finucci è composta da due grandi cubi e da una marea colorata di tappi di plastica, imbrigliati da reti che però non riescono a trattenerli: metafora dello straripare dei rifiuti in tutti i mari del pianeta. L’opera, nella volontà dell’artista, è di tutti: chiunque infatti può richiedere il passaporto del Garbage State e sentirsi cittadino responsabile di uno Stato che in fin dei conti ci appartiene, essendo anche formato dai sacchetti di plastica, dai giocattoli rotti, dai palloni dimenticati da ciascuno di noi…

Per l’originalità di un messaggio che grazie all’arte arriva a toccare corde che la pura informazione scientifica stenta a far risuonare, il Centro Civiltà dell’Acqua onlus ha deciso di conferire a Maria Cristina Finucci il VII Premio Internazionale Civiltà dell’Acqua, intitolato a “Renzo Franzin”.

 

I temi al centro dell’opera dall’artista saranno approfonditi nel corso della tavola rotonda: L’impatto della plastica sugli ambienti acquatici e il nuovo piano di riciclo per Treviso.

Con Maria Cristina Finucci ne discuteranno Alessandro Ceregato (Consiglio Nazionale delle Ricerche – Istituto di Scienze Marine), Paolo Contò (Contarina), Philippe Pypaert (UNESCO Venice Office).