Natura in foglio

paesaggi e visioni nell’incisione contemporanea
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mostra a cura dell’Associazione Nazionale Incisori Contemporanei

con il patrocinio della Fondazione Benetton Studi Ricerche

 

 

Un unico tema, più che un soggetto, accomuna le circa 80 opere in esposizione: è la Natura nella sua dimensione universale a farsi nucleo di indagine, presentandosi sotto differenti valenze e rivelando infiniti livelli semantici e sentimentali.

Lo sguardo dei maestri incisori si riflette sulle lastre di stampa, ora acuto e cristallino nel rendere le più fini volubilità delle vedute, ora sognante nello sfibrare la materialità del paesaggio, intenso nel cogliere la matematica struttura del mondo naturale o nel caricarlo di proiezioni emotive. La varietà di soluzioni adottate, dalle formule tradizionali all’acquaforte, puntasecca, ceramolle, alla sperimentazione di connubi tecnici e giochi di campiture cromatiche, carica il tema di continue evoluzioni e nuovi messaggi.

 

Scrive Federica Vettori nel catalogo dell’esposizione: «Natura è tutto ciò che sta nell’uomo e oltre l’uomo, che lo circonda, lo cresce, lo sollecita; vale come realtà chiara e conoscibile, afferrabile nella sua plastica serenità. Nella sua materialità e nella sua presenza vive da secoli quale motivo di rappresentazione e scelta d’ispirazione artistica, come esistenza corposa, tangibile, verso cui l’espressività si volge a cercare immagini o spunti. L’approccio al dato di natura avviene con diversi gradi di visione e livelli di spessore analitico, coniugando il principio della spontanea riproduzione con dosi di carica emotiva, perché è già nello sguardo dell’artista la nota dominante che titolerà di riflesso il lavoro, nel nostro caso, sulla lastra calcografica; è in questo primo fondamentale incontro visivo con il reale esterno che si fonda il livello di maggiore o minore trasparenza d’indagine. Ci si offriranno quindi momenti di intensa contemplazione visiva, di felicità descrittiva nella sapienza di cogliere la variabilità degli scorci, come risultati di più carico filtro soggettivo dove il dato reale funge da sostrato. Alla fedeltà della visione non sarà secondaria la pratica tecnica che, nel caso di questa esposizione, raccoglie la variabilità dei linguaggi incisori, dai tradizionali – dall’acquatinta alla puntasecca –, dalla commistione di prassi all’accorpamento sperimentale del colore. Le mutevoli possibilità in questo rapporto silente fra artista e dato naturale permettono così una lettura, di riflesso, per gradi, che dalla piacevolezza del dettaglio matematicamente condotta in segno evolve allo sfibramento sognante».

 

Una mostra di incisori selezionati da tutta Italia – e con la presenza di un piccolo drappello di trevigiani di diverse età, bravi e innovatori – non può che essere benvenuta e apprezzata a Treviso, che vanta una tradizione secolare in questo campo, afferma Eugenio Manzato, storico dell’arte.