Mastica e Sputa. La fatica di un lavoro

reading
, ore
piazza delle Prigioni
ingresso 8 euro, ridotto 5

La Fondazione Benetton, in collaborazione con il Teatro del Pane, organizza nel mese di giugno, uno spettacolo teatrale e un reading per riflettere sul tema del lavoro e sulla sua importanza nella vita delle persone. 

Gli eventi sono organizzati nel solco della collaborazione fra le due realtà culturali trevigiane, avviata nel 2017 per la proposta di spettacoli e laboratori teatrali per i detenuti della Casa Circondariale di Treviso.

 

Mercoledì 27 giugno alle ore 21 sarà proposto il reading a due voci Mastica e Sputa. La fatica di un lavoro, con Pino Roveredo, vincitore della XLIII Edizione del Premio Campiello, e con l’attore triestino Alessandro Mizzi, tratto dal libro Mastica e Sputa di Roveredo (Bompiani). La speciale serata, che apre per la prima volta alla città la piazza delle Prigioni, dietro l’ex tribunale di Treviso ora sede di Edizione srl, sarà raccontata anche per immagini. Grazie alla collaborazione del Treviso Comic Book Festival, i fumettisti Paolo Antiga e Geremia Vinattieri seguiranno passo passo la narrazione dei racconti di Roveredo e tradurranno le loro emozioni in illustrazioni. Le opere realizzate potranno essere ammirate alla fine dell’evento.

 

Malattia, isolamento, solitudine, carcere, manicomio. Il mondo di Pino Roveredo in una raccolta di racconti lucidi, spietati, disarmanti come di consueto, che si tratti di schegge o di esistenze narrate intere, di redenzioni in extremis o di condanne irreversibili. Un bacio e un morso: la vita è così. Ma in questo universo che ha la nettezza scavata del bianco e nero entrano anche la luce del mare, la leggerezza di una parola umile, la voglia di guardare certe città belle per definizione – Trieste, Parigi – con gli occhi nuovi della meraviglia. Mastica e Sputa è il titolo del libro, ispirato a un verso del grande Fabrizio De André. Ovvero accetta la realtà, fattene pioniere, e poi rigettala, cercati qualcosa di meglio e continua a sognare. Lo scrittore coglie i protagonisti di queste storie in momenti diversi delle loro vite e li ritrae, li ferma e li immobilizza in un istante per descriverceli, attentamente. Una donna che viene maltrattata dal marito, costretta a vivere le sue giornate nelle quattro mura di casa e sepolta nei suoi pensieri di disperazione, un ragazzo senza una lira, senza un lavoro, un posto nel mondo, che si sofferma davanti a una vetrina di dolci e li guarda senza sosta, come ipnotizzato da quello che non può avere. E poi una bimba che non ha più nessuno al mondo e osserva le pareti bianche e sporche dell’istituto per orfani in cui deve stare e si sente terribilmente sola. Qualcosa però spinge comunque questi personaggi alla vita, alla resistenza, alla speranza. Masticano la vita terribile a cui sono stati costretti dal destino e poi però la sputano e si rifiutano di accettarla così com’è. Persino nelle loro esistenze c’è qualcosa di buono da salvare, qualcosa a cui aggrapparsi quando si sentono disperati, e allora lì, in quello spazio della mente, dove si fa largo la bellezza, cresce la speranza, la fiducia in qualcosa di meglio che può e deve venire e porterà un cambiamento. Pino Roveredo affronta ancora una volta la tragicità della vita e lo fa con l’abituale profondità e assoluta mancanza di banalità. Mastica e Sputa è vita.