Mappe! Officine culturali della modernità

ciclo di incontri
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La recente saggistica storico–geografica ha riportato l’attenzione sui documenti cartografici e sull’importanza che le mappe hanno avuto nel restituire graficamente il punto di vista delle comunità umane riguardo al loro rapporto con il mondo.

Il ciclo di incontri, Mappe! Officine culturali della modernità, curato da Massimo Rossi, responsabile dell’area studi geografici della Fondazione, e patrocinato dal Centro Italiano per gli Studi Storico-Geografici, indaga cartografie di epoche diverse e il profondo legame che questi prodotti hanno avuto con la vita dei loro autori, i contesti storici, culturali, scientifici e professionali che ne hanno condizionato e determinato l’esito.

Quattro conversazioni con altrettanti studiosi per riflettere sulla costruzione delle mappe intese come grandi accumulatori di conoscenze, macchine narrative capaci di innescare racconti, progetti e nuove visioni:

 

giovedì 29 ottobre ore 18

Luisa Rossi, Università di Parma, Pierre-Antoine Clerc e il paesaggio “dipinto” dalla geometria (1808–1811), racconterà l’innovativo lavoro della brigata topografica del Genio francese comandata dal capitano Pierre-Antoine Clerc e in particolare i rilievi nel Golfo della Spezia tra il 1809 e il 1811 dove Clerc sperimenta le curve di livello.

 

giovedì 5 novembre ore 18

Angela Munari, Fondazione Querini Stampalia, Venezia, “Geografie” di famiglia.

La presenza di mappe e carte geografiche nelle raccolte del patriziato è una costante dal Cinque al Settecento.  A testimoniarlo, con un valore quasi paradigmatico, è anche il fondo cartografico antico dei Querini Stampalia. Oltre ai mappali delle proprietà fondiarie di famiglia, che costituiscono una forma di controllo sul territorio, si contano numerose piante, mappe, carte topografiche, geografiche, vedute, atlanti storici e libri di viaggio che testimoniano un interesse collezionistico. Ma il documento cartografico è anche uno straordinario strumento “pubblicitario” di promozione sociale. Attraverso il fondo queriniano è dunque possibile seguire le tante sfaccettature della “Geografia” in rapporto all’iconografia del potere, alla gestione patrimoniale, ai nuovi interessi culturali dei nobili veneziani tra Sei e Settecento.

 

giovedì 12 novembre ore 18

Carla Masetti, Università Roma Tre, La Carta dei dintorni di Roma di Antonio Nibby e William Gell (1837).

Il fenomeno del Grand Tour in Italia ha avuto in Roma una delle mete privilegiate per i viaggiatori centroeuropei, ma il richiamo dell’Urbe ha sempre messo in secondo piano i suoi dintorni. Al fine di censire e portare a conoscenza dei viaggiatori i possibili luoghi di interesse in itinerari di visita nella campagna romana, gli archeologi William Gell e Antonio Nibby intrapresero una serie di campagne conoscitive che permisero loro di redigere una carta e un testo descrittivo che ben rappresentavano e localizzavano i beni individuati.

 

giovedì 19 novembre ore 18

Angelo Cattaneo, CNR Roma, La mappa di Fra Mauro, Venezia, 1450: un progetto aperto sul mondo del XV secolo.

La mappamundi di fra Mauro è uno dei più preziosi cimeli della cartografia rinascimentale ospitato dalla Biblioteca Marciana di Venezia. Eccezionali sono le dimensioni (196 cm di diametro), così come la ricchezza e la bellezza dell’ornamentazione e la capillarità di un’informazione geografica affidata a un patrimonio di circa 2.500 toponimi e 300 legende, talora corpose, in cui fra Mauro discute questioni postegli dalle difficoltà di un’impresa assai originale nel coevo panorama cartografico.

 

 

didascalia immagine:

Mappamondo di Fra Mauro, particolare, XV sec., Biblioteca Nazionale Marciana, Venezia