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L’azzardo del sorteggio: storia dei giochi di fortuna

in occasione del trentennale della Fondazione

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Organizzata dalla Fondazione Benetton e curata da Gherardo Ortalli – storico, docente emerito dell’Università Ca’ Foscari di Venezia –, con la collaborazione internazionale di altri studiosi, l’esposizione analizza da un punto di vista storico un fenomeno che incide nella vita delle persone e delle società. «Il giocare è una necessità innata e fondamentale del vivere, come del resto dimostra la spontaneità del gioco e il suo ruolo formativo fin dalla prima infanzia» spiega Ortalli. «Ingenuità e complessità del gioco sono elementi che si mescolano in molti modi e una sua espressione particolare, da seguire con attenzione per le sue ricadute sociali, è il combinarsi del gioco col denaro, la puntata, la sorte, la scommessa.

In sostanza, il gioco d’azzardo è un aspetto che accompagna la vita delle società da sempre, in forme diverse e più o meno regolate. È indubbia la pericolosità del gioco d’azzardo per le ricadute pesanti che può avere quando si pratica fuori controllo con forti rischi personali e sociali.

Non si deve tuttavia pensare che il problema dell’azzardo sia cosa di oggi. L’invenzione dei dadi come gioco di sorte veniva fatta risalire dalla cultura classica al tempo della guerra di Troia. E da sempre si è cercato di tenere sotto controllo le pratiche dell’azzardo. Gli stati sono intervenuti nei modi più diversi e i metodi attuali, con i poteri pubblici impegnati ad amministrare e controllare le pratiche del gioco di denaro, iniziano nell’Europa del medioevo e durano, nei loro presupposti, fino a oggi».

Questa storia sociale è l’oggetto di una mostra che vuole presentare in modo facile la complessità di un fenomeno di straordinario rilievo nella vita delle società, oggi accentuato dagli strumenti attuali del possibile azzardo, moderni eredi delle puntate su chi doveva essere eletto alla guida della città o alla funzione pontificia.

Dai Musei Civici di Treviso giunge la grandiosa Estrazione del gioco del lotto in piazza San Marco, di Eugenio Bosa; dal Museo Nazionale Collezione Salce alcuni manifesti pubblicitari di lotterie di inizio Novecento. Documenti e giochi antichi giungono inoltre dall’archivio della Lotteria Nazionale Belga di Bruxelles, dalla Biblioteca Classense di Ravenna, dalle collezioni private di Alberto Milano, Silvio Berardi, e di diversi studiosi e appassionati; qualche oggetto anche dalla fabbrica di carte da gioco Dal Negro.

Hanno collaborato alla mostra, in particolare, Patrizia Boschiero (coordinamento) e Diana Gentili (spazi espositivi); per la cura dei contenuti Alberto Fiorin e, tra gli altri, Silvio Berardi, Thierry Depaulis, Susan Milano, Umberto Padovani, Daniela Poggiali, Manfred Zollinger, oltre ai vari enti prestatori.

Allestimento espositivo e grafica: Peter Paul Eberle.