Jimmy’s Hall. Una storia d’amore e libertà

di Ken Loach (Gran Bretagna, Irlanda, Francia, 2014, 105’)
, ore
ingresso unico 5 euro

Nel “locale di Jimmy” (nella realtà, la Pearce-Connolly Hall) si ballava, finché gli occupanti inglesi non hanno deciso di chiuderlo, perciò quando Jimmy Gralton ritorna dall’esilio negli Stati Uniti e vuole riaprirlo per farne un luogo di incontro per la comunità irlandese, avrà contro anche la chiesa locale, timorosa delle occasioni di peccato per la gioventù (siamo nel 1921, ma negli anni ’50 in Veneto era lo stesso). Anche nel controllo del tempo libero, ci ricorda il cinema politico di Ken Loach, si esercita il costante, capillare esercizio del potere, repressivo o censorio: nel “capannone di lamiera”, infatti, non si va solo a ballare (incantevole la danza solitaria di Jimmy e Oonagh, che ha strappato un lunghissimo applauso al Festival di Cannes), ma alla lavagna si scrive nell’antica, proibita lingua gaelica o si può fare allenamento di boxe, insomma si può essere liberi.