Istanbul e Dimitrie Cantemir

concerto con Jordi Savall
, ore
chiesa di San Teonisto

Jordi Savall, grande virtuoso della viola da gamba e figura di eccezionale carisma nel panorama musicale contemporaneo, sarà per la prima volta a Treviso, ospite della stagione concertistica di Musica antica in casa Cozzi. Savall (vielle d’archet, ribeca e rebab), accompagnato da Dimitri Psonis (Oud, Santur e Saz) e Pedro Estevan (percussioni), condurrà in un viaggio insolito verso terre lontane.

Protagonista del concerto è il principe Dimitrie Cantemir (1673-1723), vissuto a Istanbul tra Sei e Settecento, colto filosofo e letterato. Al crocevia tra i due continenti europeo e asiatico, Istanbul per gli ottomani, Costantinopoli per i bizantini, è già all’epoca di Cantemir un vero centro di riferimento della storia. Nonostante il ricordo e la presenza molto evidenti dell’antica Bisanzio, è diventata il vero cuore del mondo religioso e culturale musulmano. Miscela straordinaria di popoli e di religioni, essa attira sempre numerosi viaggiatori e artisti europei. Cantemir vi sbarca nel 1693, all’età di 20 anni, dapprima come ostaggio, poi come rappresentante diplomatico del padre, che governava la Moldavia. Diventa un famoso interprete di tanbur, sorta di liuto dal lungo manico, e anche un compositore molto apprezzato per il suo lavoro Kitâbu ‘Ilmi’l-Mûsîkî (Il Libro della Scienza della Musica) che dedica al sultano Ahmed III (1703-1730).

Questo è il contesto storico nel quale prende forma il progetto di Jordi Savall su Il Libro della Scienza della Musica. Un progetto nel quale vuole presentare le musiche strumentali “colte” della corte ottomana del XVII secolo, tratte dall’opera di Cantemir, in dialogo e alternanza con le musiche “tradizionali” del popolo, rappresentate qui da materiale di tradizione orale di musicisti armeni e da quello delle comunità sefardite, accolte, in seguito alla loro espulsione dal regno di Spagna, nelle città dell’impero ottomano come Istanbul o Smirne. Un concerto di straordinario fascino in cui l’antico dialogo tra storie, culture e religioni diverse può insegnarci qualcosa per il nostro oggi.

«Il Libro della Scienza della Musica che ci è servito come fonte storica di base per questo programma», racconta Jordi Savall «è un documento eccezionale sotto molti aspetti. Innanzitutto come fonte fondamentale di conoscenza della teoria, dello stile e delle forme musicali ottomane del XVII secolo, ma anche come una delle più interessanti testimonianze sulla vita musicale in uno dei più importanti paesi orientali. Questa raccolta di 355 composizioni (di cui 9 dello stesso Cantemir), scritte con un sistema di notazione musicale inventato dall’autore stesso, rappresenta la più importante collezione di musica strumentale ottomana dei secoli XVI e XVII che sia giunta fino ai nostri giorni».

 

JORDI SAVALL

Jordi Savall è una personalità musicale tra le più polivalenti della sua generazione. Da più di cinquant’anni fa conoscere al mondo delle meraviglie musicali lasciate nell’oscurità, nell’indifferenza e nell’oblio. Egli scopre e interpreta queste musiche antiche, con la sua viola da gamba o come direttore. Le sue attività di concertista, insegnante, ricercatore e creatore di nuovi progetti, sia musicali, sia culturali, lo situano tra i principali attori del fenomeno della rivalutazione della musica storica. Ha fondato, con Montserrat Figueras, i complessi Hespèrion XXI (1974), La Capella Reial de Catalunya (1987) e Le Concert des Nations (1989), con i quali ha esplorato e creato un universo di emozioni e di bellezza che egli diffonde nel mondo intero per la felicità di milioni di amanti della musica. Nel corso della sua carriera, ha registrato e pubblicato più di 230 dischi nei repertori medievali, rinascimentali, barocchi e classici, con una particolare attenzione al patrimonio musicale ispanico e mediterraneo. Questo lavoro è stato ricompensato da numerosi premi, come diversi Midem Awards, degli International Classical Music Awards e un Grammy Award. I suoi programmi di concerto hanno saputo trasformare la musica in uno strumento di mediazione per l’intesa e la pace tra i popoli e le differenti culture, a volte in conflitto. Non è un caso quindi che, nel 2008, Jordi Savall sia stato nominato Ambasciatore dell’Unione Europea per un dialogo interculturale e, a fianco di Montserrat Figueras, “Artista per la Pace”, nell’ambito del programma “Ambasciatori di buona volontà” dell’UNESCO. La sua feconda carriera musicale è stata coronata da ricompense e distinzioni sia nazionali, sia internazionali, tra cui possiamo citare i titoli di Dottore honoris causa delle Università di Evora (Portogallo), Barcellona (Catalogna), Lovanio (Belgio) e Basilea (Svizzera). Ha anche ricevuto l’insegna di Cavaliere della Legione d’Onore della Repubblica Francese, il Premio Internazionale della Musica per la Pace, del Ministero della Cultura e delle Scienze della Bassa Sassonia, la Medalla d’Or del Governo Regionale della Catalogna e il prestigioso premio Léonie Sonning, considerato come il Premio Nobel per la musica. «Jordi Savall mette in evidenza una comune eredità culturale infinitamente varia. È un uomo per i nostri tempi» (The Guardian, 2011).