Il caso Jasenovac nel dibattito sui luoghi della memoria

seminario di approfondimento e cerimonia pubblica

Seminario di approfondimento con la presenza di Bogdan Bogdanovic, autore dell’intervento paesaggistico di Jasenovac; coordinamento di Domenico Luciani; interventi di Heike Karge, Memoria, identità, storia. Appunti sullo stato delle ricerche; Natasa Jovicic, Il caso Jasenovac. Appunti sulla vita e la forma di un luogo memoriale; Dorde Mihovilovic, L’anagrafe del campo di sterminio; Vladimir Vukovic, Bogdan Bogdanovic.

Lineamenti di un uomo di lettere.

 

relatori
Bogdan Bogdanovic, architetto, saggista, progettista di Jasenovac;
Natasa Jovicic, direttrice del Complesso memoriale di Jasenovac;
Heike Karge, storica, Lipsia;
Dorde Mihovilovic, storico, Museo di Jasenovac;
Vladimir Vukovic, architetto, Bad-Ischl.
sabato 12 maggio 2007 ore 17
Treviso, Teatro Comunale di Treviso

 

cerimonia pubblica di consegna del premio

cerimonia coordinata da Domenico Luciani, con l’intervento di Bogdan Bogdanovic, e con la consegna del sigillo scarpiano alla direttrice del Complesso memoriale di Jasenovac Natasa Jovicic.

Per l’occasione l’Ensemble Laborintus diretto da Michele Pozzobon ha eseguito un breve concerto in onore di Bogdan Bogdanovic con musiche di Giovanni Nasco e Guillaume Dufay.

Il 18 giugno 2010, all’età di 87 anni, è morto a Vienna Bogdan Bogdanović.
Architetto serbo e “uomo di lettere”, è stato l’inventore, negli anni 1959-1968, del Complesso memoriale di Jasenovac, luogo di memoria sulla riva del fiume Sava (Slavonia, Croazia) che ha ricevuto nel 2007 il sigillo del Premio Internazionale Carlo Scarpa per il Giardino.
La sua figura costituisce un riferimento culturale e morale imprescindibile per chiunque conosca la sua lunga e dura esperienza di vita, le sue opere, i suoi pensieri. A chi ha avuto il privilegio di dialogare con lui e con la sua creatività, la sua saggia ironia, la sua acuta intelligenza del mondo, resta anche il dono di una testimonianza indimenticabile. La sua singolare vicenda di uomo di cultura e d’arte troverà il posto che merita in un futuro nel quale le tensioni e i conflitti del Novecento riusciranno a farsi storia e, finalmente, le forme e i luoghi per la memoria che ha inventato e ci ha lasciato, appariranno nella luce propria degli autentici capi d’opera.
(Domenico Luciani, Marco Tamaro)