Bosnia: diversi orizzonti religiosi, dal Bogomilismo all’attualità

conferenza pubblica di Antonio Rigo
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Nel contesto della mostra di Safet Zec, La pittura come miniera. Dipinti, incisioni, disegni 1970-2010 e nel quadro della campagna culturale per i villaggi di Osmače e Brežani, Srebrenica, Premio Internazionale Carlo Scarpa per il Giardino 2014, la Fondazione propone una conferenza pubblica di Antonio Rigo (Dipartimento di Studi Umanistici, Università Ca’ Foscari Venezia), introdotta da Domenico Luciani (coordinatore del Premio Carlo Scarpa 2014).

 

L’orizzonte religioso per noi abituale è caratterizzato dal monoteismo, nelle forme familiari rappresentate dalle “religioni del Libro”: l’Ebraismo, il Cristianesimo e l’Islam. Si dimentica che altre concezioni ebbero per lunghi periodi e in diverse aree una diffusione considerevole: fra tutte un posto di rilievo è occupato dal dualismo, la credenza in due principi divini coeterni, l’uno buono e l’altro malvagio. Così una religione di tal tipo, il Manicheismo, ebbe una propagazione straordinaria, dall’Africa settentrionale alla Cina, dal III secolo agli inizi dell’epoca moderna.

Nell’Europa medievale la prima testimonianza sul dualismo religioso proviene dalla Bulgaria della seconda metà del X secolo. Secondo il prete Cosma, durante il regno dello zar Pietro erano comparsi per la prima volta in terra bulgara i bogomili, dei quali egli descrive a fosche tinte le pratiche e le credenze.

 

La presenza del movimento tra i Balcani e l’Asia Minore durante il secolo successivo ha lasciato poche tracce, ma la sua diffusione deve essere stata considerevole dal momento che verso il 1099 a Costantinopoli, capitale dell’Impero bizantino, lo stesso imperatore Alessio i Comneno fu costretto a intervenire. L’inchiesta condotta dal sovrano si concluse con un grande processo dei capi del Bogomilismo e la loro condanna al rogo.

 

In Oriente, i decenni successivi sono scanditi dalle misure repressive delle autorità civili ed ecclesiastiche, ma le notizie concrete sul movimento si diradano. Di contro alcuni scritti occidentali composti da inquisitori domenicani nel corso del XIII secolo tracciano una storia del movimento dualistico e della sua diffusione. Stando a queste opere, il Bogomilismo si diffuse nel Sud dell’attuale Francia e in Italia settentrionale dando vita al Catarismo, grazie ai partecipanti alla Seconda Crociata ritornati nelle loro terre, e in Bosnia e in “Sclavonia”, a opera di mercanti venuti a Costantinopoli.

 

La repressione delle autorità in Occidente e a Bisanzio comportò l’eclissi del movimento, che nel corso del Trecento è ridotto a piccole comunità delle campagne e delle montagne in Linguadoca e in Macedonia. Diverso è invece il destino del movimento dualista in Bosnia, ove è ancora vitale verso la metà del XV secolo, alla vigilia della conquista turca del paese. Soltanto l’islamizzazione sembra aver segnato la sua scomparsa definitiva in queste terre, lasciando non più di qualche traccia nel folklore e nell’arte.

 

Antonio Rigo, professore ordinario di Storia bizantina presso l’Università della Basilicata (dal 1994 al 2001) e attualmente di Filologia bizantina e di Storia del Cristianesimo bizantino presso l’Università Ca’ Foscari a Venezia. Professore invitato presso università europee (EPHE-Sorbonne, Parigi; Pompeu Fabre, Barcellona, ecc.). Membro dei comitati di direzione di riviste e di collane internazionali. Socio di accademie e istituti italiani e stranieri. Presidente dell’Associazione Italiana di Studi Bizantini (AISB). Si occupa di letteratura e storia religiosa di età bizantina e postbizantina, della produzione letteraria, filosofica, scientifica e teologica in lingua greca in epoca umanistica e durante la Turcocrazia, della produzione teologica, filosofica e ascetica nell’età dell’Illuminismo e negli anni dell’indipendenza greca. Tra le sue pubblica­zioni più recenti: Mistici bizantini, Torino 2008; Byzantine Theology and Its Philosophical Background, Turnhout 2012.