Atlante Trevigiano

inaugurazione e mostra

Cartografie e iconografie di città e territorio dal XV al XX secolo

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A trentacinque anni di distanza dall’ultima iniziativa cittadina, la Fondazione ha allestito, dal 22 gennaio al 17 aprile 2011, l’esposizione di una ricca raccolta di stampe della città e del territorio di Treviso, che ha voluto offrire uno sguardo attento alla storia della rappresentazione cartografica.
La mostra, intitolata Atlante Trevigiano, ha costituito un importante investimento, da tutti i punti di vista, ma principalmente da quello della ricerca che da quasi venticinque anni contraddistingue la nostra attività.
L’idea nacque nel 2008 quando una collezione di cartografie e iconografie di Treviso e del suo territorio, in grado di coprire un arco temporale di quattro secoli, dal XV al XIX, è entrata a far parte del patrimonio del centro documentazione.
Una raccolta di oltre un centinaio di documenti, pazientemente radunati nel corso di più di un ventennio da un collezionista trevigiano: il medico odontoiatra Domenico Vianello Bote.
Il progetto elaborato per salvaguardare e valorizzare questo bene culturale ha avuto da subito tra le sue priorità l’esposizione pubblica dei materiali. Ma innanzitutto è stato necessario studiare la collezione. In oltre un anno di lavoro sono stati riannodati, uno a uno, i legami tra ogni singola stampa e il volume originale che la conteneva, in molti casi una copia del quale ancora conservato nelle biblioteche pubbliche trevigiane.
La collezione di un privato ha allora presto assunto le sembianze di un medium, utile per indagare la sensibilità collettiva, trevigiana, nei confronti di questa particolare tipologia di documenti. Un rapporto strano quello tra Treviso e la cartografia storica, distratto e intermittente, tre mostre in cento anni e neppure tutte di carattere monografico.
Atlante Trevigiano ha cercato di offrire un saggio dell’immaginario collettivo su questo aspetto della cultura figurativa, convocando una pluralità di istituzioni locali che fin dall’inizio hanno aderito al nostro progetto: Biblioteca Comunale e Musei Civici, Biblioteca del Seminario Vescovile, Archivio di Stato, Archivio Storico Comunale e di Deposito, Foto Archivio Storico della Provincia, Centro Studi per la Storia delle Campagne Venete di Ca’ Tron.
Ma una collezione di stampe antiche molto spesso è il frutto di scempi perpetrati ai libri originali, nella maggior parte dei casi provenienti da biblioteche pubbliche. Solitamente l’immagine del territorio o della città viene ritagliata con maggiore o minore cura dalle pagine di atlanti o libri geografici, decontestualizzata e sigillata in passepartout a loro volta rinchiusi in cornici e appesi a pareti di rappresentanza per una fruizione cristallizzata.
La mostra ha voluto provocare una riflessione in merito a queste modalità proprie degli antiquari e dei collezionisti, e inoltre dare un saggio di quel complesso e articolato insieme di relazioni sociali tra stampatori, editori, geografi, umanisti, ingegneri, tecnici e artisti locali e internazionali che hanno tenuto saldamente legata la realtà locale trevigiana ai più grandi fenomeni editoriali europei tra XV e XVIII secolo.
Con Atlante Trevigiano si è voluto infine portare la riflessione anche sui “modi” di fare le carte, oggi come in passato specchi fedeli del contesto culturale e della capacità sociale di leggere e restituire il territorio. In mostra si sono create occasioni per confrontare una stampa del territorio provinciale di metà Ottocento con una ortofoto, un dipinto seicentesco della città con una carta tecnica regionale, una veduta di primo Ottocento con il medesimo punto di vista ripreso oggi con lo scopo di continuare a sollecitare criticamente la nostra visione del mondo sulla base di una documentata attività di ricerca, risorsa irrinunciabile per ogni riflessione e progetto sul futuro.