San Giovanni, Trieste

Un programma che trasforma l’ex ospedale psichiatrico di Trieste in un parco pubblico

laboratorio, settembre 1994-giugno 1995, Trieste

La collina di San Giovanni, «grande innovativo asilo per alienati» nell’Ottocento, «magnifico frenocomio civico» fino agli anni sessanta di questo secolo, luogo dell’utopia decostruttiva dell’istituzione manicomiale di Franco Basaglia a partire dal 1971, si avvia oggi verso una nuova inevitabile trasformazione.

I due cancelli del muro che separava i “matti” dalla città sono aperti ormai da più di vent’anni. Questo ha permesso lo sviluppo di una straordinaria esperienza sociale, ma anche l’entrata di nuovi usi e abusi. Restano tuttavia sospese le relazioni tra la città e quanto si muove dentro il muro. Il programma proposto, accelerato dalla legge che ha sancito la chiusura degli ospedali psichiatrici entro il 31 dicembre 1996, punta a trasformare l’ex ospedale, un luogo della complessità sociale già aperto alla città, in un parco pubblico, parte integrante del sistema di spazi aperti costitutivo della forma e della vita della città di Trieste.

Questa scelta comporta alcune opzioni: la liberazione del parco dal traffico veicolare e la sua ulteriore apertura pedonale (le porte da due diventano dieci), l’accordo tra gli enti proprietari per l’istituzione di una giardineria, autonoma e autorevole, che sappia governare l’intero sito sulla base di un’agenda a lungo termine che il laboratorio ha delineato fino al 2003, data in cui si compie il centenario del progetto di Ludovico Braidotti. Si immagina così di restituire alla città uno dei suoi luoghi più densi di significati e di patrimoni naturali e storici. Alla città non si chiede più di tollerare, ma di assumere la realtà che sta dentro il muro come parte di sé, componente preziosa della civitas triestina.

A partire dal lavoro svolto per il San Giovanni, il destino degli ex ospedali psichiatrici italiani, luoghi della natura e della memoria (oggi in grave pericolo), è diventato oggetto di un progetto di ricerca specifico della Fondazione.

Le proposte formulate durante il laboratorio sono state ordinate nel “giornale” San Giovanni oltre il muro, distribuito ai cittadini di Trieste nel dicembre 1996 e consegnato al sindaco Illy, che ha dichiarato l’utilità pubblica della proposta.

settembre 1994 – giugno 1995

laboratorio

 

coordinamento
Domenico Luciani

 

seminari con
Carmen Añón, Sebastiano Cacciaguerra, Ilio Campani, Roberto Camus, Giovanni Cervesi, Umberto Chalvien, Giuseppe Dell’Acqua, Giorgio De Rosa, Giovanna Gallio, Monique Mosser, Fabio Omero, Gianni Pecol Cominotto, Roberto Pirzio Biroli, Mario Reali, Franco Rotelli, William Starc, Franco Vaia, Vladimir Vremec e Michele Zanetti

 

partecipanti
Mario Bortolato, Giancarlo Carena, Renzo Carniello, Livia Comandini, Cassiano Dall’Antonia, Martino Doimo, Ida Frigo, Teresa Marson, Paolo Percavassi, Giuseppe Provasi e Francesca Venuto

 

stage sul patrimonio vegetale
con Ippolito Pizzetti e Thomas Wright

 

laboratorio promosso da
Centro Studi Ricerche per la Salute Mentale (Regione Friuli Venezia Giulia), Associazione Volontariato “Franco Basaglia” e Cooperativa Monte San Pantaleone